Berlusconi e Schettino, il Cavaliere e il Comandante. Gli italiani non fanno altro che cercare un salvatore della patria, da poter sacrificare quando la “nave affonda”, per scaricare le proprie responsabilità. Ma le analogie tra i due non si fermano qui, e si possono estendere ad altre figure della politica italiana…L’editoriale di Marco Travaglio per Servizio Pubblico.
Berlusconi e Schettino secondo Travaglio
“Ogni tanto troviamo un mostro. Stavolta è Schettino. Lo vogliono addirittura in carcere: proprio quelli che dicevano che prima del processo non si arresta nessuno, neanche Nicola Cosentino per camorra” – arringa Travaglio – “Non può andare all’estero perché lo riconoscerebbero tutti, anche in Botswana. Non può inquinare le prove perché ci sono le telefonate registrate. Non può reiterare il reato perché nessuno gli affiderebbe più, non dico una nave, ma nemmeno un pedalò o un moscone. Quindi basta e avanzano gli arresti domiciliari. Noi italiani d’altronde siamo fatti così: prima affidiamo tutto a un solo uomo – un paese di 60 milioni di abitanti, una nave con 4200 passeggeri – poi se va male ce la prendiamo con un solo uomo. L’idea che esistano controlli, regole, pesi e contrappesi nemmeno ci sfiora. Schettino ha fatto decine e decine di inchini sulla costa e nessuno gli ha mai detto nulla…”.