Secondo Gian Carlo Caselli l’evasione fiscale è la madre di tutte le illegalità perché innesca una catena di crimini: “Se evado accumulo un capitale illecito, ciò che è illecito lo devo nascondere. E per nascondere corrompo”. Purtroppo in Italia la lotta all’evasione fiscale è molto debole, complici i brevi tempi di prescrizione e vuoti legislativi. Si fa davvero tutto il possibile? Le parole dell’ex magistrato a Servizio Pubblico, programma di Michele Santoro.
Gian Carlo Caselli sull’evasione fiscale
“Se non c’è il fattaccio eclatante di queste cose non ci occupiamo. Caporalato, lavoro nero, economia illegale: sono legati a doppio filo alla criminalità e alla mafia” – denuncia Caselli – “C’è una tendenza forte ad occuparsi di questo come fossero problemi di ordine pubblico, quando succede qualcosa di grave. Servirebbe invece un attenzione costante. Ci sono forme di sfruttamento che rasentano lo schiavismo. Le leggi ci sono e anche gli strumenti per applicarle. Eppure c’è un’accettazione rassegnata collettiva, locale e nazionale”.
La lotta all’evasione fiscale
Sul tema cosa sta mettendo in piedi il governo tecnico: “Monti dice di essere contrario agli accordi bilaterali perché l’Unione Europea li boccerebbe. Aspetta quindi una presa di posizione di Bruxelles” – spiega Dragoni – “Ora però l’attuale commissario europeo al Fisco, il lituano Semeta, dice che sono compatibili con il diritto europeo. Insomma il nostro premier non ha più alibi. In Svizzera ci sarebbero 100-150 miliardi di euro esportati illegalmente. Se si applicasse una tassa tra il 20 e il 30% lo Stato incasserebbe dai 20 ai 50 miliardi di euro”.