Cos’è in realtà la Tobin Tax, quella che viene chiamata anche “Robin Hood Tax”? È la proposta che risale agli anni ’70 dell’economista americano James Tobin, ovvero quella di tassare le transazioni finanziarie – dalla compravendita di azioni alle obbligazioni fino ai derivati – pensata con l’obiettivo di limitare le speculazioni a breve termine, garantire la stabilità dei mercati valutari e avere denaro da investire per la crescita. Tobin pensò ad un’aliquota di mezzo punto percentuale sulle operazioni di cambio valuta quando il presidente americano Nixon pose fine alla convertibilità tra il dollaro e l’oro; oggi i sostenitori della Tobin Tax vogliono combattere la speculazione internazionale. Il ragionamento è il seguente: se applichiamo una piccola tassa su ogni compravendita di titoli ecc. queste operazioni diventano più costose le sono fatte con frequenza e a breve termine la speculazione verrebbe scoraggiata. Per l’Ue una tassa simile garantirebbe un gettito di 55 miliardi di euro l’anno per tutti i 27 paesi. James Tobin prima di morire disse: “Temo che la tax non verrà mai introdotta perché molti protagonisti dell’economia internazionale sono contrari”. Finora ha avuto ragione lui.