La base della Lega Nord reagisce al diktat di Bossi che vietava a Maroni di partecipare a incontri pubblici con i militanti. A Varese si celebra così il “Maroni Day“, che segna la vittoria dell’ex ministro dell’Interno sul capogruppo Reguzzoni, costretto pochi giorni dopo alle dimissioni. Ma di questo scontro interno alla Lega nessuno vuole parlare: “Sono tutte chiacchiere di corridoio. Il caso dell’arresto di Cosentino? Abbiamo votato come votammo per Papa. La base non ce l’ha con noi per questo pseudo faide ma con il governo Monti”. Maroni dal palco arringa: “Sono stufo di subire processi sommari quotidiani: un giorno sono un traditore, il giorno dopo voglio fare un altro partito, quello dopo ancora sono invidioso. Non sono più sopportabili cose simili, è inaccettabile: qualcuno mi vuole cacciare dalla Lega, ecco, è questo qualcuno che dovrebbe essere cacciato dalla Lega”. Il reportage dell’inviato Luca Bertazzoni per Servizio Pubblico, programma condotto da Michele Santoro.