Da Capaci a Via D’Amelio

Nuove rivelazioni sulla Trattativa Stato-mafia da un testimone d’eccezione: il boss Totò Riina. “Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me. Mi hanno fatto arrestare Provenzano e Ciancimino, non come dicono i carabinieri”. La ricostruzione a fumetti Da Capaci a via D’Amelio targata Servizio Pubblico dei 57 giorni che sconvolsero un paese. Ci fu la trattativa tra lo Stato e la mafia? E chi la condusse? Chi ne era a conoscenza?

Da Capaci a via D’Amelio

I Ros pare cerchino un contatto con Vito Ciancimino, il ministro Martelli viene informato. “Noi sappiamo per certo che la Trattativa a un certo punto si interrompe. Finisce su un binario morto. Perché le richieste del cosiddetto papello, formulate da Cosa Nostra, non erano accoglibili dalle istituzioni” spiega Sergio Lari, procuratore capo di Caltanissetta.

Gli ultimi giorni di Borsellino

  • 25 giugno 1992 Borsellino incontra a Palermo il colonnello Mori e il capitano De Donno: gli riferiscono della trattativa? I due ufficiali smentiscono.
  • 28 giugno 1992 Borsellino vola a Fiumicino e a Roma incontra Liliana Ferraro, ex vicedirettore degli Affari Penali del ministero della Giustizia. “Non so se è stato informato ma i Ros si sono messi in contatto con Vito Ciancimino. Dicono che può aiutarli a fermare le stragi” spiega Ferraro. Poco dopo Borsellino incontra il ministro della Difesa Andò che lo informa di un rapporto investigativo che parla di un potenziale pericolo per entrambi: “A Palermo è già arrivato il tritolo per te”. Il giudice afferma di non saperne nulla.
  • 29 giugno 1992 Borsellino torna a Palermo e si scontra con il suo Procuratore capo.
  • 1 luglio 1992 Borsellino interroga a Roma il boss pentito Gaspare Mutolo.