Andrea Casadio con gli operai di Genova che manifestano contro la riforma dell’articolo 18. “Il governo sa solo tagliare i posti di lavoro ma non sa crearli”. Sandro Ruotolo in collegamento da Sestri Ponente con gli operai di Fincantieri che stanno tentando il possibile per salvare il loro cantiere. Così il leader della Fiom Landini: “In Germania è tre volte più difficile licenziare rispetto all’Italia. Non possiamo imitare solo 1/4 del modello tedesco e ignorare tutto il resto”.
La protesta degli operai di Fincantieri
La cronaca del Fatto Quotidiano:
Ifriom, Gabin, Vladimir. Erano davanti a Fincantieri a Sestri nei giorni dello sciopero. Aggrappati ai cancelli, a scambiarsi informazioni in mille lingue. Eppure nessuno di loro è dipendente del colosso pubblico della cantieristica. “Sono quelli degli appalti esterni”, così vengono chiamati dai colleghi di Fincantieri. Gli ultimi degli ultimi, l’anello finale della catena. Basta chiedere loro di mostrarti la busta paga: le voci previste dalla legge sembrano esserci, il reddito è di 1.300 euro, come per tanti colleghi “regolari” italiani. Ma si chiama “paga globale” e comprende tutto: tredicesima, indennità, tfr. Lo stipendio vero è poco più della metà. Ma c’è dell’altro: “Le trasferte sono a spese nostre, le ferie non sono pagate”, giura Abdul, tunisino. Aggiunge: “Se ci ammaliamo perdiamo il lavoro”. E niente maternità: Romina voleva fare un figlio, ha rinunciato. Chissà, forse dopo un passaggio in ospedale, quando glielo chiedi abbassa lo sguardo.