A Servizio Pubblico la testimonianza di due poliziotti che si trovavano in Val di Susa negli scontri dei giorni scorsi: “Stare dalla nostra parte non è semplice. Ci addestriamo tutto l’anno per cercare di non arrivare mai allo scontro fisico con i manifestanti. Perché anche noi viviamo i problemi del nostro Paese e spesso li condividiamo”. In studio il commento di Luca Casarini, leader del movimento No Global: “Io vedo un altro film, mi spiace. Voi poliziotti diventate spesso un elemento di deterrenza per la gente. C’è gente alla Fiat che ha perso il lavoro per difendere le proprie idee”.
Luca Casarini e la battaglia No Tav
“Spesso ci troviamo di fronte a persone identiche a noi” – raccontano i poliziotti impegnati nella gestione dell’ordine pubblico nelle zone del Tav – “Veniamo visti come picchiatori ma non è così. Cerchiamo di garantire il più possibile la sicurezza. L’umore nei nostri confronti cambia in base al sentimento popolare. Guadagniamo 1.300 euro al mese”. Prende poi la parola Casarini: “Esiste un problema enorme di diseguaglianza sociale. Di imposizioni che vengono dall’alto e provocano dei danni irreversibili. L’esempio perfetto è la Val di Susa: si sta perpetrando una devastazione permanente di un territorio. Nulla sarà correggibile”.