“All’estero se un politico commette un reato il politico sparisce: in Italia sparisce il reato. Siamo la fabbrica degli alibi”. Nell’editoriale per Servizio Pubblico Marco Travaglio passa in rassegna i casi più eclatanti di corruzione all’epoca di Mani Puliti e quelli di vent’anni dopo, Tangentopoli oggi. Cosa è cambiato? Troppo poco a ben vedere.
Tangentopoli oggi
Nel corso della stessa puntata ha detto la sua anche Vittorio Sgarbi. Che difende la prima Repubblica e i partiti colpiti dalle indagini e dagli arresti: “Bisognava indagare le persone ma non distruggere l’ideologia. I partiti che appoggiano Monti sono tre: e già i nomi sono uguali, cambiano le lettere. Solo apparentemente le identità sono distinte ma è la stessa roba. Ai nostri tempi un liberale non poteva diventare socialista” – arringa il critico d’arte e opinionista – “I partiti di oggi sono degli accrocchi di gente che pretende di dichiararsi onesta. Ci devo credere? Sono frutto di quella cultura partita con Di Pietro. Che se si fosse candidato a presidente della Repubblica avrebbe preso il 90% col voto diretto. Il clima era quello: un’Italia piegata che ha accettato di essere completamente mortificata. Partendo da quella che sembrava essere l’origine di tutti i mali: i partiti. Il male invece è nelle persone”.