Dina Lauricella racconta per Servizio Pubblico un’altra faccia della storia di Bernardo Provenzano. Figure non delineate in contatto con il boss che avrebbero voluto l’auto consegna del capo mafia alla magistratura. Ma non a quella palermitana. Chi trattava? E per arrivare a cosa? L’intervista all’avvocato del boss, Rosalba Di Gregorio.
Rosalba Di Gregorio
In un articolo di Repubblica datato 2000 il curriculum e la vita dell”avvocatessa del diavolo’:
La carriera di Rosalba Di Gregorio comincia per caso nello studio dell’ avvocato Alessandro Bonsignore. «Era il 1980, inizio a fare pratica, una volta tornata definitivamente a Palermo mi faccio coinvolgere anche dalla politica…ero radicale…in un gruppo dove c’ era Pina Grassi, c’ era Saro Pettinato che sarà poi deputato dei Verdi, c’ era Angelino Arisco che era capocronista al Diario, c’ era Nico Gozzo, il magistrato che diventerà mio avversario in tanti processi». Fa politica con i radicali ma non le piace la «dittatura» di Marco Pannella. Litigano alle «regionali» del 1981, Rosalba è costretta a presentarsi all’ improvviso, candidata per la prima volta a un’ elezione, prende quasi duemila voti. Apre il pub «Malatempesta» con un paio di amici, dopo qualche mese però non ha più il tempo di occuparsi di birre alla spina e fette di torta. «Un locale bello e che andava bene, avevamo fatto una convenzione con l’ Arci di Giovanni Ferro…ci siamo divertiti e abbiamo guadagnato anche un bel po’ di soldini…». Ma Rosalba ha anche il suo primo cliente. Ed è un cliente molto speciale: Giovanni Bontate, procuratore legale e fratello di Stefano, il capomafia appena ucciso a Palermo.