Milena Gabanelli a Servizio Pubblico: politica, tv e conflitti di interesse secondo la conduttrice di Report, candidata alla Presidenza della Repubblica del Movimento 5 Stelle. “Ogni tanto mi chiedo perché ci crediamo ancora. Quante campagne elettorali abbiamo visto, fatte di promesse. Il cambiamento, il merito, la crescita: non abbiamo mai visto niente” si sfoga Gabanelli intervistata da Sandro Ruotolo.
Milena Gabanelli a Servizio Pubblico
“L’Agcom? Interverrà sullo scorporo della rete Telecom, decide su una materia come internet e mette a bando le frequenze. L’assegnazione verrà definita da questa authority. Così composta: due consiglieri del Pdl, uno dell’Udc e uno del Pd” – spiega Gabanelli – “Forse non hanno capito cosa c’è veramente in ballo. Monti ha detto tanto sulla meritocrazia e l’indipendenza: vedremo chi sceglierà come presidente dell’Agcom. Se nelle commissioni finiscono degli incompetenti, questi si scatenano su altre storie. Come il malinteso senso del pluralismo informativo…”.
Piero Chiambretti a Servizio Pubblico
Sempre a Servizio Pubblico Chiambretti racconta la Rai: “Il problema della Rai è il problema del Paese. E’ costruita come un sarto dalla politica italiana che spesso non capisce granché di televisione. I dirigenti di una volta nascevano in Rai, erano entrati per concorso e amavano l’azienda, si intendevano del mestiere. Mediaset? Non c’è più la contrapposizione con la Rai. Berlusconi si prese due reti su tre, e ne aveva già tre: il conto fa cinque. In questo modo tutti lavoriamo per tutti”.
Simona Ventura a Servizio Pubblico
“Mi ricordo direttori generali con cui andavo a parlare, nei loro studi i televisori erano spenti” – racconta la Ventura ai nostri microfoni – “Io amavo questa azienda. Molti dirigenti che sono arrivati non l’hanno amata. Negli ultimi due anni ho dovuto difendere tutto il mio gruppo di lavoro. Difendere da pressioni e ingerenze. Isola dei Famosi? Berlusconi se le prendeva dopo che erano state da noi…In Italia hanno tutti scheletri nell’armadio, non parlo solo di televisione. Quindi c’è sempre un sottile ricatto.