Michele Santoro racconta di quella volta in cui andò a trovare Silvio Berlusconi. Avvenne a casa del Cavaliere, ad Arcore: erano gli anni di Samarcanda. “In quel periodo avevo rilasciato un’intervista in cui dicevo che non ne potevo più dei partiti che rompevano sempre le scatole e avevo detto che mi sarebbe piaciuto fare una trasmissione senza questo tipo di polemiche” – racconta Santoro nel suo editoriale di apertura a Servizio Pubblico – “Avrei potuto rappresentare il mondo di Samarcanda e Ferrara il mondo di Craxi e Forlani. Ci sarebbe stato così uno scontro fra questi due mondi. Immediatamente mi telefona Carlo Freccero, che era direttore di Italia 1, complimentandosi con me per l’idea favolosa. Mi fece sapere che Berlusconi era d’accordo e che voleva incontrarmi ad Arcore”.
Quando Santoro incontrò Berlusconi
Santoro prosegue il suo racconto: “Arriva Berlusconi in tuta e pimpante e prima di parlare con me fa uno show indimenticabile, una serie di telefonate. ‘Pronto Panorama, direttore, la copertina di questa settimana è una vera schifezza’. ‘Pronto Boncompagni, quella ragazza di Non è la Rai in terza fila la devi cambiare perché va non bene’. ‘Pronto Galliani, ma vi rendete conto del problema del Milan con quel terzino che non fluidifica abbastanza0. Poi finalmente, terminate le telefonate, mi si siede accanto e mi dice: ‘Io vedo tutte le puntate di Samarcanda. Lei cosa ne pensa della politica? Ho incontrato Segni e non mi sembra uno in grado di contrastare la sinistra. Ci vorrebbe una persona nuova che scende in campo…'”.