“Un complotto contro di me”. È il grido di Sara Giudice, consigliere circoscrizionale del Pdl a Milano: secondo i magistrati la ‘ndrangheta avrebbe inquinato le elezioni comunali milanesi del 2011 attraverso suo padre Vincenzo che risulta indagato per aver accettato voti proprio per lei, promettendo appalti in cambio. Secondo l’ipotesi investigativa, il presunto boss Eugenio Cosentino avvicinò sotto falso nome Vincenzo Giudice, consigliere comunale uscente non ricandidatosi, per proporgli un “pacchetto” di preferenze. La diretta interessata si difende ai microfoni di Francesca Fagnani per Servizio Pubblico.
Sara Giudice: lo sfogo
“Hanno voluto incastrarmi, sono stati quelli del Pdl. È evidente che non stavo simpatica a molte persone nel mio ex partito, avendo fatto una battaglia interna e gridato allo scandalo per la candidatura della Minetti” – spiega la Giudice – “Non avevo nemmeno i soldi per attaccare i manifesti”.