Crosetto su Taranto: “Città sotto ricatto”

Crosetto su Taranto

Ospite di Servizio Pubblico, Guido Crosetto su Taranto e l’Ilva la pensa come Landini: “E’ politicamente molto lontano da me ma non ci si può dividere sul giudizio”. Per il parlamentare del Pdl i lavoratori non possono essere utilizzati come ricatto alla città: “L’azienda gli ha ordinato di andare a bloccare la città. Un’azienda seria non fa così, è il sistema sbagliato con cui ci si mette a norma”.

Crosetto su Taranto

Crosetto prosegue: “In Italia abbiamo centinaia di grandi aziende. C’è chi magari è molto più piccolo dell’Ilva e ho avuto multe dalla Asl per una piastrella scheggiata. E poi si vedono l’Ilva che non ha investito, che ha impugnato l’Aia del ministro Prestigiacomo davanti al Tar. Se pensiamo solo al passato non possiamo che rovinarci il fegato”.

Crosetto sull’Ilva

“Il modo migliore per risolvere i problemi di Taranto è farlo con i beni dell’azienda. Ma recuperare i soldi non è così semplice” – afferma Crosetto scendendo nei dettagli del disastro dell’Ilva -“La cosa meno intelligente che si possa fare è chiudere la fabbrica. I Riva non hanno solo l’Ilva, hanno anche altri beni. Fossi nella magistratura e volessi fargli un dispetto gli lascerei aperta l’Ilva e andrei a prendere il resto. Per porre il tema dell’Ilva al governo Vendola è intervenuto su temi che non gli spettavano: diossina e benzopirene. E fortunatamente l’ex ministro Prestigiamoco l’ha seguito in questa battaglia. La famiglia Riva ha poi impugnato l’Aia fatta dalla Prestigiacomo. Il lavoro che doveva essere fatto è stato fatto”.