Secondo i magistrati la ‘ndrangheta avrebbe inquinato le elezioni comunali milanesi del 2011. Ciò attraverso Vincenzo Giudice, il padre di Sara, che risulta indagato per aver accettato voti per la figlia, promettendo appalti in cambio. “Mi hanno rubato la vita, voglio solo la verità” racconta Sara Giudice a Servizio Pubblico.
Sara Giudice a Servizio Pubblico
Per il consigliere circoscrizionale del Pdl a Milano “è un complotto”. Secondo l’ipotesi investigativa, il presunto boss Eugenio Cosentino avvicinò sotto falso nome Vincenzo Giudice, consigliere comunale uscente non ricandidatosi, per proporgli un “pacchetto” di preferenze. La diretta interessata si difende ai nostri microfoni: “Hanno voluto incastrarmi, sono stati quelli del Pdl. È evidente che non stavo simpatica a molte persone nel mio ex partito, avendo fatto una battaglia interna e gridato allo scandalo per la candidatura della Minetti. Non avevo nemmeno i soldi per attaccare i manifesti”.
Vincenzo Giudice a Servizio Pubblico
Vincenzo Giudice parla di Eugenio Costantino, presunto boss mafioso, e del loro primo contatto: “Non sapevo chi fosse questa persona. Si è presentata da me come un avvocato, in giacca e cravatta: sfido chiunque a capire che potesse essere uno della malavita organizzata” – spiega – “Me l’hanno presentata come una persona che voleva aiutare Sara per la campagna elettorale. Ci ho parlato come ho parlato con tante altre persone. Con me non ha mai parlato di pacchetti di voti”.