Il racconto di Gianni Dragoni sugli introiti finanziari delle aziende di Berlusconi. In attesa del bilancio che verrà discusso a breve: “Dopo la condanna del Cavaliere per frode fiscale, le azioni di Mediaset hanno immediatamente perso il 3,1%. Da quando invece Alfano ha annunciato che il Pdl non appoggerà più il governo Monti sono risalite fino al 9,8%”
Lo stato di salute delle aziende di Berlusconi
“Da quando Berlusconi non è più a Palazzo Chigi, per Mediaset è la fine di un’epoca. Come ha scritto l’Economist. Le aziende di famiglia non se la passano bene, le azioni della holding di famiglia hanno toccato il minimo storico. E Mediaset è in rosso per la prima volta nella sua storia: il rosso è di 45 milioni di euro nel trimestre gennaio-settembre 2012” spiega l’editorialista del Sole 24 Ore a Servizio Pubblico.
Le tasse di Berlusconi: il punto
In un’altra puntata di Servizio Pubblico, sempre Gianni Dragoni si sofferma sul tema delle tasse di Berlusconi: una storia di promesse mancate. Spiega l’editorialista del Sole che “fin dalla prima campagna elettorale nel 1994, il Cavaliere ha sempre promesso di ridurre le tasse: “Meno tasse per tutti”. Aveva proposto un’aliquota unica dell’Irpef non superiore al 30% del reddito. E non l’ha fatto. Nel 2000 aveva proposto due aliquote: la più alta del 33% sopra i 100mila euro. E non ha fatto neanche questo. Oggi l’aliquota massima è del 43% e la pressione fiscale sul Pil è tra le più alte d’Europa e blocca la crescita, così come confermato da Visco”.