Quando Berlusconi negava l’esistenza della crisi affermando che si trattasse solo di un fattore psicologico perché “gli aerei erano difficili da prenotare e ristoranti erano pieni”. Il dibattito in studio a Servizio Pubblico tra Giulia Innocenzi e l’ex presidente del Consiglio.
Che fine hanno fatto i ristoranti pieni di Berlusconi
Ma cosa aveva detto precisamente Berlusconi. Ecco il virgolettato tratto dalla conferenza stampa al termine del G20 del 4 novembre 2011: “Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un paese benestante, i consumi non sono diminuiti. Per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni”.
Berlusconi sulla crisi
“Io avevo lasciato la politica, sarei rimasto padre fondatore del mio partito. Mi ero già fatto un programma, quello di costruire tanti ospedali per bambini nel mondo, di aprire un’università con insegnati come Clinton, Bush, Blair, Putin, Chirac, Aznar, tutti gli amici che mi sono fatto in questi 20 anni di politica internazionale” – racconta il Cavaliere sempre a Servizio Pubblico – “Non credo ce la faremo a breve perché io mi voglio dedicare al paese. L’austerità applicata a un paese in crisi non funziona: calano i consumi, cala la produzione, aumentano i licenziamenti”.