Travaglio e gli impresentabili: malcostume, mezzo gaudio

Travaglio e gli impresentabili

Travaglio e gli impresentabili nell’editoriale per Servizio Pubblico: “Si dividono in due categorie. Quelli che non vengono presentati e quelli che vengono presentati lo stesso. Il Pdl ad esempio ha fatto fuori solo quelli famosi. E neanche tutti: il Cavaliere ad esempio si è salvato. Si è guardato allo specchio e si è trovato particolarmente presentabile e si è candidato. In lista tra indagati e condannati ci sono 33 impresentabili. Comprendendo tutto il centrodestra si arriva a 50. Nel Pd Bersani ha chiesto a tutti un’autocertificazione di illibatezza. Ma non prima, bensì dopo le primarie: quindi dopo aver preso i voti. Alla fine sono saltati in quattro tra cui Crisafulli. Ingroia e Grilli non ne hanno”.

Travaglio e gli impresentabili

Tra gli impresentabili il caso più eclatante è quello di Nicola Cosentino del Pdl. Che si difende così: “Ho lottato fino alla fine per ottenere una candidatura, avrei potuto candidarmi con uno dei tanti partiti che me l’hanno offerto. Ma io non vendo la dignità per l’immunità perché penso che valga molto di più” – spiega in conferenza stampa – “Potevo portare voti a livello locale ma farne perdere a livello nazionale. Io devo essere impresentabile soltanto perché sono nato a Casal di Principe?”