Le banche non prestano soldi, le imprese si bloccano e non riescono a pagare i debiti. Aumentano perciò le sofferenze bancarie, cioè i crediti verso soggetti in stato d’insolvenza. E l’aumento di sofferenze potrebbe mettere a rischio la solidità delle banche. Dove porterà questo circolo vizioso? Il punto nell’editoriale di Gianni Dragoni, giornalista del Sole 24 ore, per Servizio Pubblico, programma di Michele Santoro.
Perché le banche non danno credito
“Il credito erogato è al livello più basso del Dopoguerra. A gennaio 2013 erano 46 miliardi di euro in meno del settembre 2011. Nel frattempo i tassi di interesse che le imprese pagano sui debiti sono in salita: dal 3,3% di agosto scorso al 3,6%” – spiega Dragoni – “Aumentano così anche le sofferenze bancarie ossia i crediti verso i soggetti che non pagano. Le sofferenze lorde delle banche italiane ammontano ora a 126 miliardi di euro, di cui 84 miliardi di crediti verso le imprese. Erano 41 miliardi ala fine del 2008, sono quindi triplicati. Gli attuali accantonamenti delle banche riescono a sopperire alle perdite solo per il 39%; la media europea è invece del 53%”.