Nel Movimento 5 Stelle si inizia a dibattere sulla politica da attuare post voto: governo Cinque Stelle o non governo? Per il ‘dissidente’ Tommaso Currò “dobbiamo mantenere l’identità del M5S di non fare accordi ma possiamo sempre presentare un programma su cui trovare una convergenza per formare un governo”. “Io comprendo che il programma prevede non fare patti ma alle volte c’è la necessità di ragionare più in grande” spiega un attivista di Milazzo in merito alla proposta di accordo arrivata dal Partito Democratico.
Governo Cinque Stelle: il dibattito
“Quindi o prendiamo il 51% o buttiamo tutto all’aria?” chiede provocatoriamente un altro attivista nel corso della riunione interna, “Noi stiamo proponendo una cosa agli italiani: se questa cosa non piace non possiamo mica forzarli” – spiegano dal palco – “Il programma è quello, perché dobbiamo cambiare le nostre idee? La coerenza non può essere una colpa”. Gli animi si surriscaldano, il dibattito entra nel vivo, si fa fatica a riportare la calma: “Urlare non serve a niente”. Alcuni grillini rilanciano: “Perché non raccogliamo il guanto di sfida lanciato dagli altri partiti? Ci hanno chiesto i nomi, facciamoli e vediamo che succede”. E ancora: “Il governo va fatto, dobbiamo riuscire a crearlo senza accordi con nessuno, ma va fatto”.