Karima El Marough, alias Ruby, ha protestato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano chiedendo di essere ascoltata dai magistrati: “Io non sono una prostituta, voglio dire la mia verità nella sede istituzionale. Ho subito una tortura psicologica da parte dei pm, volevano accusassi Berlusconi. Avevo solo 17 anni”.
Ruby protesta al Tribunale di Milano
La principale protagonista delle ‘cene eleganti’ a casa dell’ex presidente del Consiglio ha letto un comunicato ai giornalisti presenti.
“Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali. Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me. Sono stata vittima di uno stile investigativo e di un metodo fatto di domande incessanti sulla mia intimità, le propensioni sessuali, le frequentazioni amorose, senza mai tenere conto del pudore e del disagio che tutto ciò provoca in una ragazza di 17 anni” – spiega Ruby protesta al Tribunale di Milano – “Di fronte alla pressione incessante dei magistrati ho ceduto: era più facile dire di sì e raccontare storie inverosimili. A 17 anni non sapevo nemmeno chi fossero i pubblici ministeri, non leggevo i giornali, a malapena sapevo chi fosse Berlusconi. Oggi ho capito che è in corso una guerra nei suoi confronti che non mi appartiene, ma che mi coinvolge, mi ferisce. Non voglio essere vittima di questa situazione. Non è giusto. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, voglio raccontare l’unica verità possibile e lo voglio fare in sede istituzionale”.