In una lettera aperta a Massimo D’Alema, Marco Travaglio racconta la storia della Telecom, ora passata sotto il controllo della spagnola Telefonica, tra scalate, privatizzazioni e sistemi di scatole cinesi. Il testo e il video
Lettera aperta a Massimo D’Alema su Telecom
Un estratto della missiva di Travaglio:
“Gentile ministro Massimo D’Alema,
mentre impazzano le bufere giudiziarie, vorrei porle una questione squisitamente politica e finanziaria. Non riguarda fondi neri o conti all’estero, ai quali non crediamo. Riguarda la Telecom, cioè la prima azienda del Paese. Nel ‘99 il suo governo decide di privatizzarla totalmente. Un ragioniere di Mantova, Roberto Colaninno, un piccolo finanziere di Brescia, Emilio Gnutti, e Giovanni Consorte, patron di Unipol, con 180 piccoli imprenditori padani lanciano l’assalto tramite una misteriosa società lussemburghese: la Bell. Chi mette i soldi? Pochissimi gli imprenditori, moltissimi le banche: la sola Chase Manhattan presta 50 mila miliardi di lire. L’opa viene lanciata il 20 febbraio: 24 ore prima lei, presidente del Consiglio, scende in campo in favore degli scalatori, col celebre elogio dei «capitani coraggiosi». Probabilmente pensava che fosse un bene l’affacciarsi sulla scena di una nuova generazione di imprenditori. Tant’è che non fece esercitare dal Tesoro la famosa “golden share”, cioè l’azione di veto detenuta dal governo.
Non solo: il 10 aprile ‘99 l’amministratore delegato di Telecom Franco Bernabè organizza la difesa: convoca l’assemblea straordinaria per deliberare un’opa di Telecom sulla controllata Tim; una mossa che manderebbe alle stelle il prezzo di Telecom, rendendo impossibile la scalata dei “capitani coraggiosi”. Ma perché l’assemblea sia valida devono essere presenti i titolari di almeno il 30% del capitale. Alla vigilia sono registrati azionisti per il 28%. Chi manca all’appello? Il Tesoro e Bankitalia: i due azionisti istituzionali. Con i loro pacchetti il quorum sarebbe agevolmente superato, la straordinaria andrebbe a buon fine e l’opa della razza padana fallirebbe. Ma né Tesoro né Bankitalia si presentano. Perché?”