Berlusconi e la telefonata in Questura per Ruby

Berlusconi e la telefonata in Questura

La notte che rivelò l’esistenza di Ruby Rubacuori: dalla denuncia all’affidamento di Nicole Minetti, passando per la storia della ‘nipote di Mubarak’. La ricostruzione a fumetti di Servizio Pubblico: Ruby arriva in Questura minorenne, senza documenti, fuggita da una comunità di accoglienza. E’ accusata di aver rubato 3000 euro. Il ruolo di Annamaria Fiorillo, Giorgia Iafrate e Piero Ostuni.

Berlusconi e la telefonata in Questura

Così Nicole Minetti a Repubblica:

Conferma, innanzitutto, di essersi presentata in questura la sera del 27 maggio per portare via Ruby?
«Sì, certo, ero io».
Come andarono le cose?
«Il presidente (Silvio Berlusconi, ndr) mi ha chiamata chiedendomi di andare in questura per risolvere la situazione».
E lei lo ha fatto.
«Si, mi sono presentata là, in veste di persona maggiorenne che conosceva Ruby. Ho spiegato che sarebbe venuta via con me. Mi sono resa disponibile, facendo da garante».
Ma non è bastato, ci voleva l’autorizzazione del procuratore dei minori di turno.
«Esatto, l’ho riferito al presidente. Poi mi ha richiamato, quando ero fuori dalla questura e mi ha pregato di prenderla in affido. Altrimenti non l’avrebbero lasciata. Quindi sono rientrata e, una volta ottenuto l’affido, la cosa si è sbloccata».
Scusi, lei accetta di prendere in affido una ragazza marocchina fermata per un furto e portata in questura. Come minimo dovevate essere amiche.
«No, Ruby non è una mia amica e non l’ho mai ospita a casa mia. Era una persona in difficoltà e per questo ho accettato di prendermi cura di lei».

 

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