Ormai in Val di Susa Susa le due fazioni contrapposte, Sì Tav e No Tav, convivono con difficoltà. Tra minacce velate e accuse di collaborazionismo, il paese è sempre più teso. Il racconto di Giulia Cerino per Servizio Pubblico.
Val di Susa: Sì Tav contro No Tav
“Immaginate cosa voglia dire coltivare la vigna con un cantiere così davanti al terreno” – si sfoga un agricoltore – “Qui tante terre sono state abbandonate. Le famiglie proprietarie vivevano dei proventi di queste terre”. “Se fanno la Tav non ci saranno più disoccupati. Sono soldi, si lavora” – spiega invece un altro abitante della valle – “E’ inutile dire No Tav. Io lavoro in un’azienda in crisi, la Tav ci vuole”. Ancora voci dai Sì Tav: “Sono disoccupato, sto piangendo a trovare i soldi per vivere. Sono a favore della Torino-Lione, la crisi che c’è basta e avanza. Stanno creando una spaccatura: un imprenditore in difficoltà perché dovrebbe andare lì a spaccare i mezzi? “, “Se sei tra quattro No Tav e tu sei a favore, non puoi esprimerti. Ti tolgono il saluto, ti guardano storto”, ” L’ideologia No Tav mi spaventa: arriveranno a dirci come vestirci, cosa comprare. Sono indignato perché chi scala le montagne per scrivere No Mafia, di fatto ne ha creata una”.