Da Lugano a Villach. Ecco i bordelli in Austria e Svizzera, nelle sex city frequentate ogni giorno da centinaia di italiani. Un mercato florido, al riparo da ogni crisi, che tutela clienti e prostitute. E mentre gli italiani attraversano l’arco alpino alla ricerca di sesso a pagamento, nel Belpaese il dibattito non va oltre al generico “riapriamo le case chiuse”.
Bordelli in Austria e Svizzera: il reportage
Uno stralcio del racconto de Il Fatto Quotidiano firmato Lorenzo Galeazzi e Alessandro Madron:
Il Bar Oceano è ubicato nella zona industriale a Sud di Lugano. A fianco del palazzone di sei piani, nel giro di una manciata di metri, ci sono altri due locali: Corona e Moulin Rouge. Ma non c’è da temere per la concorrenza perché all’esercito di quasi 200 ragazze i clienti non mancano. Fin dal primo pomeriggio, quando i privè aprono i battenti. La formula è sempre la stessa. Si entra pagando una quota di 10-15 euro e poi, una volta al bancone, si contratta direttamente con le prostitute. C’è chi si propone con insistenza, chi sta a guardare e aspetta che sia il cliente a fare il primo passo, quello che non cambia è il tariffario: dai 100 ai 140 euro a secondo del locale. Cifra che va ritoccata verso l’ alto se l’avventore desidera qualche prestazione particolare. Una volta fatto il prezzo, si sale nelle camere da letto attigue al bar che il gestore affitta direttamente alle ragazze. Tutte rigorosamente in regola, per circa 100 euro al giorno.