Attilio Manca: storia di un “suicidio di mafia”? Il giovane urologo siciliano che avrebbe curato Bernardo Provenzano durante la latitanza nel 2003 è stato trovato morto il 12 febbraio 2004 nella sua casa di Viterbo. Il caso è stato archiviato come un’overdose. Ma le immagini del rinvenimento del corpo sembrano raccontare un’altra verità. Il reportage di Francesca Fagnani in esclusiva per Servizio Pubblico.
La mamma di Attilio Manca
Angela Manca si sfoga così: “Io sono indignata. E credo di rappresentare tantissimi italiani che non ne possono più di questo Stato. Di queste istituzioni che proteggono solo e soltanto la casta e lasciano soli i cittadini. Nella battaglia che la mia famiglia ha condotto ci hanno lasciato soli. Perché il Csm non si occupa del pubblico ministero di Viterbo? Una persona che in otto anni non è stato capace di fare nessuna indagine. Perché sulle siringhe che avrebbe usato Attilio per uccidersi non ci sono impronte?”.
Antonio Ingroia su Attilio Manca
Le parole dell’avvocato della famiglia Manca Antonio Ingroia. “Quella scena trovata dagli inquirenti quando entrano a casa di Attilio Manca non è la scena di una morte come sembra. Ma è una messa in scena. Cioè è stata costruita un’apparente causa dovuta alla cosiddetta overdose volontaria. A cominciare dall’assurdità del buco fatto sul braccio sinistro da un mancino. E poi abbiamo l’assenza di impronte sulle siringhe”.