Il pilota giordano arso vivo è l’ultima esecuzione lanciata in rete dall’IS. Abbiamo deciso di pubblicare il video dell’esecuzione di Muadh al-Kasasibah, il pilota giordano sequestrato dall’IS il 24 dicembre 2014, non senza polemiche..
Decidiamo di pubblicarne anche la versione integrale (22 minuti): il documento integrale, da noi sottotitolato in italiano, allegato alla ricostruzione della effettiva modalità di diffusione del video choc da parte del Califfato.
Gli account bot del Califfato
In molti hanno scritto che è stato Site – un’organizzazione che si occupa di tracciare l’attività online delle organizzazioni jihadiste e di supremazia bianca – a dare per prima la notizia del video. Ma invece sono stati gli stessi jihadisti. Mettendo in piedi una vera e propria operazione di marketing digitale, a diffonderlo.
Sappiamo che ogni mujhaeddin aderente all’Is ha un account twitter, attraverso cui rilancia i video e i contenuti del Califfato. Account che vengono chiusi o sospesi dalle autorità. Salvo poi dopo poche ore riapparire online con il nome modificato da una sola lettera.
Il Califfato può contare anche su centinaia di account bot. Ovvero account gestiti da un computer anzinchè da esseri umani in carne e ossa, che twittano e ritwittano meccanicamente i contenuti destinati alla propaganda. Dispongono persino di una app che twitta automaticamente dall’account di chi l’ha scaricata.
E sono proprio questi account che la mattina del 3 febbraio iniziano a postare un “trailer fotografico”.
Il titolo, sia in arabo sia in inglese, lascia intendere che si tratta di un contenuto pensato per il “pubblico” occidentale. E non destinato alla propaganda interna. “Healing of the believer’s chests” – Guarigione del cuore dei credenti. Cosa conterrà ancora non viene chiarito. Ma il “coming soon” – ripubblicato incessantemente – prepara gli utenti al video, che arriverà nel pomeriggio, in una vera e propria escalation dell’orrore.
Sono le 17:00 quando gli account affiliati iniziano a postare una nuova immagine, con un link allegato da cui è possibile scaricare il video. Disponibile con sottotitoli in inglese, francese e russo.
Il video del pilota giordano, la propaganda delle immagini
Quella dell’IS è una propaganda che segue quasi alle lettera le regole del marketing. Consapevole della potenza delle immagini e del fatto che l’impatto sul pubblico sta nella novità e non nella reiterazione. Tanto più se è tutto ripreso con telecamere di ultima generazione, in ultra HD, in slow-motion, con diverse inquadrature.
Tutti i filmati prodotti dalle “case di produzione” del Califfato, principalmente la Al-Furqan Media e la Al-Hayat Media Center, hanno altissimi standard qualitativi. Si richiamano a un cinematografico e soprattutto utilizzano una tecnica assolutamente “occidentale”. Spesso si strizza l’occhio ai videogiochi e alle serie tv americane come “Call of Duty” o “Homeland”.
Gad Lerner ha scritto su Repubblica che “forse gli sceneggiatori di questo nuovo genere cinematografico hanno calcolato che il loro pubblico si fosse ormai assuefatto alle decapitazioni, e dunque hanno voluto propinarci un’ulteriore caduta agli inferi. (…) Sono maschere assassine, replicanti di un videogioco che moltiplica il suo effetto spruzzando sangue vero”.
Non possiamo voltarci dall’altra parte. L’assuefazione – se non peggio, l’indifferenza – non è permessa.