M, Hitler: “Sono stato il messia dei tedeschi”. E in scena appare sua madre Klara Pölzl

M di Michele Santoro si apre con le parole di Adolf Hitler, interpretato da Andrea Tidona, che racconta la sua parabola di tiranno, dagli esordi alla caduta. “Mi hanno descritto come un pazzo, un saltimbanco, un imbroglione, il più grande criminale della storia, l’uomo più malvagio che sia mai apparso sulla scena del mondo. Hanno scritto che un caprone mi ha portato via un testicolo mentre cercavo di urinargli in bocca e che, per colpa di quel caprone, sarei diventato un bisessuale perverso, un cinico bugiardo e un sognatore a occhi aperti che aspirava all’immortalità.  La verità è una sola: ho perso e con me ha perso tutta la Germania, la grande madre, che avrebbe potuto, dominandolo, salvare il mondo dalla rovina”. Poi risponde alle domande di Michele Santoro sul prezzo delle sue ambizioni, la morte di 55 milioni di persone nella seconda guerra mondiale. “La gloria si conquista con il coraggio e il disprezzo della morte. Non volevo distruggere le altre nazioni, ma fare grande la Germania, renderla sicura e assicurare una vita decente, uno spazio vitale e un futuro ai suoi figli”. Improvvisamente appare in scena Klara Pölzl, la madre di Hitler che durante l’infanzia, secondo diversi psicostorici, dedicava attenzioni eccessive ai suoi genitali e alle sue abitudini escretorie.

La tesi di Robert Waite e la figura di Klara Pölzl

Lo psicostorico Robert Waite si produce in una originale sintesi che fa risalire alla mancanza di un testicolo e alle ossessive attenzioni della madre Klara la mostruosità di Hitler. Scrive Waite:

“Mentre lo esortava scherzosamente a mangiare di più, a evacuare l’intestino con regolarità a ore fisse e a controllare la vescica, è anche possibile che fosse afflitta da un difetto anatomico che forse aveva scoperto nel figlio: la mancanza di un testicolo. Possiamo supporre che periodicamente esaminasse lo scroto del bambino cercando con ansia di verificare se il testicolo fosse disceso. Quella ricerca avrebbe acuito la sensibilità sessuale infantile di Hitler, e reso più difficile un sano rapporto madre-figlio”

 
Quando io sono apparso sulla scena il comunismo stava affermando l’idea che tutte le razze fossero uguali, che tutte le persone fossero uguali. I confini delle nazioni erano in pericolo, l’identità dei popoli era in pericolo Il mio popolo era stremato dalla miseria, aspettavano un messia, un santo salvatore…e io sono stato quel messia.

È col popolo al mio fianco che ho combattuto, non da solo. In me milioni di persone hanno trovato lo specchio dei loro desideri più segreti, dei loro bisogni e delle loro sofferenze.

–           PRIMO BLOCCO FICTION       –

DIBATTITO: ADOLF HITLER ERA NORMALE O ANORMALE? ADOLF HITLER UOMO O DEMONIO STRAORDINARIO?

MICHELE

Il suo successo nasce dal fallimento e dalle divisioni dei partiti. Se non ci fossero state quelle divisioni non ci sarebbe stata la sua dittatura e lei non sarebbe mai diventato Adolf Hitler.

HITLER

Sono stato un dittatore e gli uomini, come diceva Aristotele, non divengono tiranni per non prendere freddo.

Se la guardi attentamente la democrazia è un inganno, al servizio di chi vuole ingrassarsi alle spese dello Stato. I cosiddetti rappresentanti del popolo sono dei privilegiati che conducono un’esistenza inutile, al solo scopo di incassare profumati indennizzi.
E i partiti? I partiti non servono a niente. Sono uno strumento per proteggere i loro dirigenti e gli interessi di piccoli gruppi della società. Non hanno un’ideale in cui credere, ogni critica apre la strada a un’altra critica e ogni individuo ostacola l’ascesa dei più dotati, al solo fine di soddisfare le proprie ambizioni. Per me era impossibile osservare impotente il continuo rinnovarsi di questo imbroglio.

MICHELE

Non ha mai pensato che le critiche e i dubbi abbiano una qualche utilità?
                      

HITLER

Il partito nazionalsocialista esprimeva una visione del mondo e le visioni del mondo non scendono a compromessi, non formano coalizioni, non accettano di dividere il potere con nessuno. La chiesa cattolica ci è maestra: solo un’entusiastica intolleranza può formare una fede indiscutibile…Ho combattuto ogni governo e ogni idea diversa dalla mia con un solo scopo: annientarla.
DIBATTITO: SENZA LA CRISI DEI PARTITI E DELLA DEMOCRAZIA ADOLF HITLER SAREBBE ESISTITO?

 

MICHELE

Se non avesse fatto politica sarebbe stato un poveraccio qualunque. Ha provato a iscriversi all’accademia di Belle Arti, per due volte le hanno detto di cambiare mestiere. A Vienna ha provato a vendere i suoi acquerelli ai turisti, ma è finito a dormire sotto i ponti perché non li voleva nessuno. Perciò è entrato nel partito: e il primo incarico che le hanno dato è stato quello di fare la spia…

 

HITLER

Ho sempre rifiutato l’idea di un lavoro sicuro, quella che io chiamo una “professione alimentare”. Non sono un politico di professione. Il giorno più bello della mia vita sarebbe stato quello in cui mi sarei ritirato dalla politica e mi sarei rinchiuso da solo nel mio mondo ad ascoltare Wagner… Ma sono un artista, questo sì.

MICHELE

Ma come fa a dire di essere un artista, se i suoi quadri non valevano granché?

HITLER

Non sono un pittore. Sono un artista. Un grande architetto che ha sognato edifici straordinari, grandi città; Berlino capitale del mondo intero con l’Arco di Trionfo, il Pantheon e la Piazza del Popolo. L’intera mia vita è stata un capolavoro, il capolavoro di un predestinato.

 

DIBATTITO: COME HA FATTO UN UOMO RIDICOLO, UN FALLITO, A CONQUISTARE IL POTERE?

 

SECONDO ATTO

MICHELE

Guardando le immagini dell’epoca non è possibile capire come milioni di persone abbiano potuto innamorarsi di uno come lei.

HITLER

Sono stato il più grande tedesco di tutti i tempi e anche il più deriso. Dicevano “Hitler ha le gambe corte, i fianchi larghi e le spalle strette. I capelli incollati sulla testa con l’olio. I denti marci, le unghie sporche, e come si veste? Con quell’assurdo costume bavarese, calzoncini corti e bretelle”. Un uomo ridicolo, insomma.

Non ho una bellissima voce, ma io sapevo cosa voleva sentire la gente. 
La folla è come una donna, non ama ciò che è debole o moderato. Che cosa si aspetta una donna da un uomo? Chiarezza, decisione, il potere e l’azione. Come la massa, fa prevalere i sentimenti sulla ragione. Quando parlavo il mio corpo ondeggiava e la folla ondeggiava con me. Se mi piegavo, si piegavano con me, e le donne svenivano.

Le persone odiano la solitudine, vogliono appartenere a un gruppo. Io ero il dominatore dell’opinione pubblica, non il suo servo.

Entra in scena Mimi Reiter

MIMI

Avevo diciannove anni e lui trentotto. “Guardalo! È quel famoso Hitler appena uscito di prigione” mi dissero. Portava i pantaloni alla zuava e un cappello di velluto, aveva in mano un frustino e camminava con un bellissimo cane pastore accanto. Ma la prima cosa che notai di lui furono quelle due ridicole mosche sotto il naso. Dopo il comizio a tavola volle sedersi accanto a me e prese a imboccarmi come una bambina. “Hai gli occhi di mia madre” mi diceva. Sotto il tavolo mi toccò le gambe col ginocchio e poi mi pestò violentemente un piede.

MICHELE

Lei stette al gioco?

MIMI

Pensai che le sue avances fossero decisamente volgari, ma il suo discorso mi aveva conquistato.

Facemmo una lunga passeggiata, senza parlare. Pensavo: “Adesso mi tira a sé e mi bacia” ma proprio in quel momento il suo cane attaccò il mio. Hitler si precipitò sul cane come un pazzo e cominciò a frustarlo fino a farlo sanguinare. Quel poveretto guaiva disperato e io mi chiesi: “Dice che senza il suo cane non potrebbe vivere, ma come fa a essere così brutale con lui?”.

MICHELE

Allora uno così decise di non vederlo più…

MIMI

Mi propose una gita al lago. In macchina sedevamo dietro. Mi prese la mano e se la mise in grembo. Pensai: “Non mi ha ancora baciata e fa una cosa così oscena!”. Forse mi lesse nel pensiero, e mi circondò teneramente con il braccio destro, tirandomi a sé. Mi chiuse gli occhi con le dita e mi disse: ”Sogna!”. A quel punto avrebbe potuto fare di me ciò che voleva.

MICHELE

E quindi lei cedette…

MIMI

Mi chiese soltanto di potermi accompagnare al cimitero sulla tomba di mia madre. Lì mi guardò fisso negli occhi stringendomi le mani nelle sue. E mi disse: “Non sono pronto”.

Ma un giorno, mentre passeggiavamo in un bosco, all’improvviso, mi afferrò e mi spinse violentemente contro un albero. Cominciò a baciarmi selvaggiamente, ripetendo in continuazione: “Sei la mia ninfa, non resisto più, devi venire a vivere con me, non lasciarmi!”. Era come se combattesse con se stesso. Stringeva i pugni. Si tratteneva.

E non accadde altro.
Poi sparì. Ero disperata, distrutta dalla gelosia. Mi arrotolai al collo una corda per i panni e mi lasciai andare. Mi salvarono per un pelo e Hitler mi fece sapere che non poteva permettersi scandali e che per qualche tempo non mi avrebbe più visto. Poi decisi di sposare un altro uomo.

MICHELE

E come mai, invece, vi siete rivisti?

MIMI

Subito dopo il mio divorzio ci rivedemmo a casa sua. “Da questo momento la tua vita è nelle mie mani” disse. “Sono ricco adesso. Posso offrirti tutto”. Poi mi venne addosso. Mi strinse. Continuava a ripetermi: “Resta con me per sempre”. E io lasciai che tutto accadesse.

MICHELE

Come fu? 

MIMI

Fu bellissimo

MICHELE
      (rivolto a Mimi)

Ma se fu bellissimo perché non ha voluto vederlo mai più, neanche un’altra volta?

–         SECONDO BLOCCO FICTION         –
DIBATTITO: IL BISOGNO DI UN CAPO, DELL’UOMO FORTE. PERCHÉ LE DENUNCE DEI FRITZ GERLICH RIMANGONO INASCOLTATE?

                 MICHELE

Lei non avrebbe mai potuto conquistare il potere senza usare l’odio verso gli ebrei. Ma lei credeva davvero che rappresentassero il male del mondo o li ha usati con un freddo calcolo demagogico per manipolare il suo popolo?

 

HITLER

Da ragazzo non avevo pregiudizi antisemiti ma, all’epoca in cui vivevo come un vagabondo per le strade di Vienna, incontrai un uomo alto e magro, avvolto in un caffettano nero, con lunghi boccoli neri. Era un ebreo, è certo, ma all’improvviso mi chiesi: è anche un tedesco?
In scena appare la spettrale figura dell’ebreo ortodosso

L’ebreo parla tedesco ma questo non lo rende uguale a noi, gli ebrei resteranno sempre ebrei. Perché un ebreo, in ragione del suo sangue, si considera comunque in qualsiasi circostanza prima di tutto un ebreo. Anche parlando tedesco e vestendo una divisa tedesca.

Entra in scena Hans Frank 

FRANK

 Quando entrai nel suo studio, Hitler era fuori di sé. William Patrick, suo nipote, minacciava di vendere ai giornali notizie sulla loro famiglia. Lo ricattava.

 

MICHELE

Avvocato Hans Frank, lei era l’avvocato personale di Hitler.

FRANK

Hitler voleva che facessi delle indagini sul passato della sua famiglia. Andai a Graz e una donna imparentata con lui mi mostrò dei documenti esplosivi.

MICHELE

 Cosa dimostravano questi documenti?

FRANK

Che il padre di Hitler aveva sangue ebraico nelle vene.

MICHELE

Ma come fa a dirlo?

FRANK

Alois era stato solo adottato dal nonno di Hitler, il mugnaio Georg. Ma sul certificato di nascita alla voce “padre” è rimasto uno spazio bianco.

MICHELE

E quindi? Cosa ha scoperto lei?

FRANK

Che quando la nonna di Hitler, Maria, viveva e lavorava come cuoca presso una famiglia ebrea di Graz, i Frankenberger, aveva avuto una relazione con il loro figlio 19 enne ed era rimasta incinta. Per mettere a tacere lo scandalo i Frankenberger pagarono per molti anni la nonna di Hitler e il mugnaio Georg, l’uomo che aveva sposato. Ed era tutto scritto lì, nero su bianco.

 

MICHELE

Hitler sosteneva che sua nonna si era inventata tutto per estorcere denaro a quella famiglia ebrea.

 FRANK

Certo, preferiva pensare che i suoi nonni fossero una puttana e un ricattatore, piuttosto che ammettere che nelle sue vene scorresse sangue ebraico.

 

MICHELE

Siamo sicuri che nella sua vita non ci sia qualcosa che motivi tanto odio verso gli ebrei?

HITLER

 

Gli ebrei hanno usato la religione, il socialismo, la democrazia, perfino la guerra per soddisfare la loro brama d’oro e di dominio. Le banche ebraiche avevano trasformato gli stati d’Europa in azioni che potevano essere comprate e vendute. Una sola razza, gli ebrei, si sarebbe impadronita dell’intero pianeta. Appena arrivato a Berlino mi fermai a contemplare il traffico. La lussuria, l’iniquità, e il materialismo ebraico erano ovunque. Fu così disgustoso che andai fuori di me. Mi sentii come Gesù Cristo che, arrivato al Tempio, lo trovò invaso dai mercanti e dai profittatori. Ha afferrato la frusta e si è messo a flagellarli! Così ho fatto io.

 

DIBATTITO: CREAZIONE DI UN NEMICO, UN CAPRO ESPIATORIO PER PRENDERE IL POTERE.

MICHELE

Prima è riuscito a usare i suoi argomenti contro gli ebrei per soggiogare il popolo. Poi quegli stessi argomenti le hanno rivoltato il mondo contro. Solo un pazzo poteva pensare che non fosse necessario fermarsi.

HITLER

Nel 1924 ero rimasto solo e smarrito…un pugile suonato: un politico sconfitto, messo in carcere per aver partecipato a un fallito colpo di Stato, il putsch di Monaco. Eppure, quando sembrava non esserci più alcuna speranza, cominciai a elaborare il mio programma e scrissi nero su bianco – lo possono leggere tutti – che avrei edificato un impero e che io, un caporale imprigionato, ne sarei stato il Fuhrer e avrei condotto la Germania a conquistare il suo spazio vitale espandendosi a est. Perché i sogni di un folle si sono realizzati esattamente come quel folle li aveva pensati? 
Perché i tedeschi mi hanno seguito?