Adolf Hitler, interpretato da Andrea Tidona nella seconda puntata di M, racconta la sua come è nata la guerra agli ebrei che ha portato al dramma dell’Olocausto: “Quando dissi che avrei preso in mano la direzione dello Stato gli ebrei accolsero con una risata la mia profezia. Poi la risata si è spenta nelle loro gole. Ma non sono io che ho costretto i tedeschi a odiare gli ebrei. I cristiani li identificavano con Giuda, il traditore. E cosa ha detto Gesù Cristo di Giuda? “Meglio che quest’uomo non fosse mai nato”. Mi sono limitato a dire Goering di studiare un piano per sgombrarli dal nostro territorio. Ma non ho mai dato l’ordine di sterminarli e non ho mai visto un campo di sterminio. Erano il nemico interno della Germania e se lotti contro un nemico devi dire: “Ti distruggerò!”. Devi operare per metterlo in un angolo in modo che non possa reagire e poi colpirlo dritto al cuore”. Il suo racconto viene interrotto dall’apparizione sulla scena di Leo Baeck, rabbino e filosofo che fu presidente del Reichsvertretung der e capo onorario del Consiglio degli Anziani a Theresienstadt, insieme alla sua governante Helga.
La deportazione di Leo Baeck
Fino al momento della sua deportazione Leo Baeck ricevette da molte istituzioni americane offerte di aiuto per sfuggire alla guerra ed emigrare negli Stati Uniti. Leo Baeck si rifiutò di abbandonare la sua comunità e respinse tali offerte. Riuscì a sopravvivere l’Olocausto ma perse tre sorelle nel ghetto.