Veneto Banca, la storia dei fratelli Fagan vittime del crack e quel tentativo di suicidio

"Mi sono iniettata una dose di insulina" racconta Mara Fagan, ex azionista dell'istituto popolare veneto

“Ho fatto una promessa, ho detto che l’avrei fatto. Non sono una quaquaraquà come quelli di Veneto Banca che promettono e non mantengono. Mi sono iniettata una dose di insulina”. E’ questo il racconto di Mara Fagan, ex azionista dell’istituto popolare veneto. Era il 26 giugno 2017 quando è “entrata nella sede principale di Montebelluna”, nella filiale di Veneto Banca “la nostra banca, del territorio” e ha minacciato il suicidio. L’insulina è la stessa che usava la madre perché dietro il denaro perso dalla famiglia Fagan, “vedo il sudore dei miei genitori” ha raccontato a ‘M’, il programma di Michele Santoro in onda su Rai 3 in prima serata da giovedì 11 gennaio.

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La storia dei fratelli Fagan

“Un milione cinquecentoventicinquemila zero cinquanta euro” è la cifra recitata a memoria dal fratello di Mara che racconta l’iter che ha portato la sorella alla minaccia di suicidio. Il gesto estremo di Mara è arrivato all’indomani dell’acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo di Veneto Banca. Nella notte fra il 25 e il 26 giugno i commissari liquidatori nominati dalla Banca d’Italia, facendo seguito al via libera sul decreto di salvataggio del governo Gentiloni, provvedono alla cessione di attività e passività aziendali alla Sanpaolo. Prezzo simbolico: 50 centesimi di euro.