Sentenza Trattativa Stato-Mafia: condannati ufficiali Ros, Dell’Utri e boss. Assolto Mancino

Sentenza Trattativa Stato-Mafia
Giudici in camera di consiglio da lunedì scorso

Sentenza Trattativa Stato-Mafia, il verdetto di primo grado: condannati Bagarella (28 anni di reclusione), Cinà (12), Dell’Utri (12), Mori (12), Subranni (12), De Donno (8) e Ciancimino (8). Assolto Mancino, prescritte le accuse nei confronti di Brusca. “Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Ciò che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. E’ una sentenza storica”: così il sostituto procuratore nazionale Nino Di Matteo. Il pm Vittorio Teresi, che reggeva l’accusa nel processo, ha dichiarato: “Questo processo è dedicato a Paolo Borselino, Giovanni Falcone e a tutte le vittime della mafia”.

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Sentenza Trattativa Stato-Mafia: i condannati

Queste le decisioni della Corte d’Assise di Palermo, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, dopo cinque giorni di camera di consiglio. Nove gli imputati: gli ex vertici del Ros Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, il fondatore ed ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, i boss mafiosi Leoluca Bagarella e Nino Cinà, il pentito Giovanni Brusca. L’accusa è di minaccia a Corpo politico dello Stato. A processo anche l’ex ministro Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza, e Massimo Ciancimino che risponde di concorso in associazione mafiosa e calunnia dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Il processo ha al centro la presunta trattativa avviata da pezzi delle istituzioni, tramite il Ros, per indurre la mafia a far cessare le stragi in cambio di concessioni e alleggerimenti nel contrasto ai clan. Il dibattimento è cominciato nel 2013.

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Sentenza Trattativa Stato-Mafia: assolto Mancino

A seguito dell’assoluzione, l’ex ministro Nicola Mancino ha così commentato la sentenza: “Sono sollevato. E’ la conferma che sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo  uomo che tale è stato ed è tuttora”.