De Masi: “Di Maio? La sguattera di Salvini. In Italia clima da anni Venti”

C’è un’Italia “psicologicamente pronta a una forma di prefascismo, attratta da un ministro degli interni che va in televisione con la divisa militare. Intanto Luigi Di Maio fa la sguattera: resta in casa a cucinare per il capo famiglia”. Il sociologo Domenico De Masi analizza ai microfoni di Servizio Pubblico gli equilibri di governo tra i due azionisti di maggioranza e vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, mentre alle elezioni regionali in  Sardegna si profila la débacle elettorale del movimento. Il candidato dei pentastellati, Desogus, ha raccolto l’11% dei voti circa: un tonfo, rispetto alle politiche di un anno fa quando il movimento arrivò al 42%.

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Il leone e la gazzella, andando per metafore, dove la seconda (ovvero il leader dei pentastellati) ha avuto l’occasione di imprimere una svolta al suo destino, ma non l’ha voluta cogliere. Votando per l’immunità dell’alleato-avversario, il movimento “ha deciso di farsi sbranare” e, sottolinea il professore, “non ci sono margini per invertire la rotta” perché a pesare sono  i limiti organizzativi: “I movimenti sono più complicati da gestire rispetto ai partiti perché richiedono continuamente una direzione mobile e creativa. Per Di Maio, che assomma quattro cariche (capo politico del movimento, ministro del lavoro, ministro dello sviluppo economico, vicepresidente del Consiglio dei ministri) non è sostenibile”.

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