Elezioni europee, Pd e +Europa andranno al voto con liste distinte. Per Riccardo Magi, deputato di +Europa, “una lista unica avrebbe avuto come effetto una riduzione dell’offerta politica per i cittadini, né sarebbe stata adeguata a rappresentare delle differenze tra i due partiti”. Distanze che, nel panorama europeo, si traducono in famiglie di appartenenza distinte, con +Europa che si identifica con l’Alde, il gruppo dei liberaldemocratici, e il Partito Democratico con gli eurosocialisti.
Pd e +Europa saranno dunque distinti ma non avversari, per intercettare quegli elettori che “non avrebbero votato per il Pd”, sottolinea Magi. Il partito di Emma Bonino, dunque, proverà a superare la soglia di sbarramento del 4% (alle europee di maggio 2019 si vota con proporzionale puro e soglia di sbarramento) per avere più eletti nelle proprie file e pesarsi in vista delle politiche.
Sfuma così il fronte unitario delle forze europeiste sognato da Carlo Calenda, ‘Siamo Europei’ : “Tatticamente non è la cosa che serve in questi momento. È vero che esiste un avversario comune, il sovranismo, ma non possiamo ignorare di avere obiettivi politici differenti. Il listone unico conteneva l’ambizione di trasformare il Partito democratico, ma probabilmente non era pronto lo stesso Pd”.
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