De Vito e la Congiunzione Astrale

Le accuse del GIP al presidente dell'Assemblea Capitolina, le intercettazioni del socio e i 100mila euro per comprare l'ok al progetto dei Mercati Generali

Sono 110mila euro a inguaiare Marcello De Vito. Per favorire l’ok al progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali i fratelli Toti avrebbero pagato una “consulenza” sotto forma di incarico legale; una parte, pari a 48mila euro, è stato trasferito dallo studio legale di Camillo Mezzacapo alla società MDL Srl, di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito.

Le carte del GIP su Marcello De Vito

La procura, nel capo di imputazione per traffico di influenze riguardante sia De Vito che Mezzacapo, entrambi in carcere dopo gli arresti di questa mattina relativi a un’inchiesta della Procura di Roma collegata al progetto dello stadio della Roma, scrive: “In concorso tra loro Camillo Mezzacapo e Marcello De Vito, sfruttando le relazioni di quest’ultimo con soggetti chiamati ad intervenire nell’iter amministrativo per il rilascio del permesso di costruire con cambio di destinazione d’uso ed ampliamento di un edificio sito in viale Trastevere piazza Ippolito Nievo, nell’area dell’ex stazione Trastevere di interesse della Ippolito Nievo srl, società del gruppo Statuto, si facevano indebitamente promettere e quindi dare da Giuseppe Statuto, a titolo di prezzo della mediazione illecita finalizzata ad ottenere un’interlocuzione diretta con il pubblico ufficiale nell’ambito del progetto immobiliare suindicato, la somma di denaro di euro 24.582mila euro- si legge- corrisposta sotto forma di corrispettivo di incarico professionale conferito allo studio legale di Camillo Mezzacapo e da quest’ultimo trasferito per l’importo complessivo di 16.640 euro su un conto intestato alla società Mdl srl di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito”.

Secondo il GIP “Marcello De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l’azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi dell’imprenditore Luca Parnasi, al fine di acquisire il favore di Marcello De Vito che, in qualità di presidente del Consiglio Comunale di Roma Capitale, guidava i lavori dell’Assemblea Capitolina sul progetto per la realizzazione del Nuovo Stadio della Roma, si è determinato, in adesione ad una specifica richiesta di De Vito, a promettere e poi ad affidare diverse remunerative consulenze all’avvocato Mezzacapo il quale ha operato quale espressione dello stesso De Vito”. Dunque per il gip le consulenze date da Parnasi al collaboratore di De Vito servivano per asservire la funzione del presidente del Consiglio Comunale di Roma.

La Congiunzione Astrale 

Nella storia di un’indagine per corruzione non poteva mancare un’intercettazione significativa. In questo caso a parlare è Mezzacapo: “Questa congiunzione astrale tra ….tipo l’allineamento della cometa di Halley …hai capito cioè…è difficile secondo me che si verifichi …noi Marcè dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me guarda ci rimangono due anni”, diceva all’amico e socio. Secondo il gip di Roma si riferisce allo sfruttare “il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottener lauti guadagni”.

Nella vicenda legata alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e ad altre vicende immobiliari, su ordine del gip Maria Paola Tomaselli sono finiti in carcere il presidente dell’assemblea comunale capitolina, l’avvocato Camillo Mezzacapo, destinatario di incarichi professionali su segnalazione dello stesso De Vito. Arresti domiciliari, invece, per l’architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli.

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