Che angoscia quelle immagini riprese da uno smartphone sulla carreggiata opposta, che fanno vedere l’autobus che si ferma, che riparte, e le grida dei ragazzini, i lamenti della paura. E la fila indiana delle vite salvate che a fatica provano a uscire dal tunnel dell’angoscia e del terrore.
Come non essere felici per la strage mancata? Solo a vedere le fiamme dell’autobus e il suo scheletro annerito viene il batticuore.
Fa male ripensare che in quegli attimi, ieri, mentre si consumava la tragedia, si era messa in moto la macchina della paura, del disordine sociale. Subito i due sottosegretari leghisti dell’Interno e poi il loro capo, il ministro Matteo Salvini, si sono spinti a prendersela con il comune di Crema, colpevole ieri di essersi opposto al decreto sicurezza e adesso di aver fatto guidare un autobus a un senegalese con precedenti per violenza sessuale e guida in stato d’ebbrezza.
Che irresponsabili gli autori di questa offensiva della paura. Che avrebbero dovuto sottolineare, invece, che la macchina dell’ordine e della sicurezza funziona bene. Prevenzione e repressione, insomma, da noi funzionano.
Ad analizzarla bene si tratta di una campagna studiata a tavolino. Perché ancora oggi, il giorno dopo lo scampato pericolo, non c’è nessuna prova che Ousseynou Sy fosse legato al terrorismo islamico. Nessun indizio che volesse uccidere i 51 ragazzi presi in ostaggio. Che mettesse nel conto che alcuni di loro si sarebbero potuti fare male.
A chi giova questa campagna del terrore? Che si nutre di legittimità solo perché a guidarla è il ministro dell’ordine e della sicurezza nazionale ma anche dei diritti civili.
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Salvini dimentica di essere anche il ministro dei diritti civili. Il che significa che all’autista di origini senegalesi, cittadino italiano da quasi un quarto di secolo, vanno garantiti i diritti. Nello stesso tempo dobbiamo riconoscere che probabilmente si tratta di un soggetto psicolabile che non doveva essere messo nella condizioni di nuocere agli altri (oltre che a se stesso). Invece il ministro vuole cancellargli la cittadinanza per regio decreto.
Con il senno di poi, tutti abbiamo preso atto che con il precedente di guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale su minori gli doveva essere impedito di guidare lo scuolabus. Aveva avuto anche la sospensione dalla patente ma aveva aggirato il problema mettendosi in malattia, in modo tale che la sua ditta non poteva scoprire la condanna.
Di questo si tratta. Almeno fino ad ora non ci sono indizi di altro. È stato trovato un coltello e Ouesseynou ha spiegato che la sua voleva essere una protesta per i morti annegati nel Mediterraneo. Anzi, Sy vuole che gli africani rimangano in Africa, perché con la loro partenza si impoverisce il continente. E i ragazzini li aveva sequestrati per trasformarli in scudi umani.
Terribile. Ma di questo si tratta. Ora dobbiamo cercare di capire come, senza ledere diritti fondamentali, a un personaggio come il senegalese con i suoi precedenti penali si impedisce di guidare uno scuolabus.
E ancora una volta sarebbe il caso che il ministro dell’Interno aiutasse a spegnere i fuochi invece di fomentarli.