“Comunista di merda, ricordati che sei a Verona”. La minaccia a un uomo gay già vittima di due aggressioni omofobe

“Comunista di m..! Stai zitto, ricordati che sei a Verona! Cane randagio!”. Verona, Congresso delle Famiglie. Davanti a Palazzo Gran Guardia un uomo, omosessuale, viene aggredito verbalmente. L’uomo che gli urla contro, con pitbull al guinzaglio, é con un amico, lo stesso che, dopo aver urlato “Salvini uno di noi”, ha aggredito verbalmente  la dirigente della Digos di Verona Tea Mercoli.

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“Assassino!” ribatte Angelo, che ha raccontato alle telecamere di Servizio Pubblico la sua storia:  “L’11 agosto io e il mio compagno siamo stati aggrediti proprio in questa piazza, con botte e insulti, perché camminavamo mano nella mano” ha spiegato. “Un mese dopo sono venuti a casa nostra e ci stavano per bruciare vivi. Hanno buttato 30 litri di benzina, hanno provato a colpirci in faccia. Sui muri hanno lasciato svastiche e scritte: “Culattoni bruciate” e “Vi metteremo tutti nelle camere a gas. Il sindaco non ci tutela. Sette giorni prima ci era arrivato un volantino in cui si diceva che i gay e le lesbiche dovevano essere uccisi.”

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