Il ritorno di Daniele Luttazzi in Rai: cosa ne pensano i deputati?

Ieri l'accordo tra Freccero e Luttazzi per il ritorno in Rai con un programma di otto puntate in onda da ottobre. Oggi abbiamo fatto un giro in Parlamento per vedere cosa ne pensano gli onorevoli

Ieri Carlo Freccero ha incontrato Daniele Luttazzi a Viale Mazzini per un’ora e mezza e i due hanno trovato l’accordo per un nuovo programma del comico da mandare in scena su Rai2 a ottobre 2019. «Ha un titolo bellissimo scelto da Luttazzi che però non posso ancora rivelare», ha raccontato a Repubblica il direttore di rete, vero artefice del ritorno sul piccolo schermo del figliol prodigo a 18 anni dall’editto bulgaro di Berlusconi, causa Satyricon, a 12 anni dall’allontanamento da La7 per Decameron, e a nove dallo scandaloso monologo a Rai per una notte: «Lo show è già scritto, va solo declinato, del resto in questi anni Luttazzi di tempo a disposizione ne ha avuto, ne ha scritti sei, non uno solo, di programmi. Adesso si tratta di vedere le condizioni editoriali e di controllo, perché devo poterlo sempre esaminare prima che vada in onda, questo dev’essere chiaro; poi, superato il primo scoglio, vedremo quanto costa, perché oltre una certa capacità di spesa non posso andare», ha fatto sapere ancora Freccero.

E visto che i programmi di Luttazzi hanno causato spesso e volentieri cortocircuiti con la politica, abbiamo deciso di farci un giro in Piazza Montecitorio per ascoltare cosa pensano i parlamentari di tutti i partiti del ritorno in Rai di Daniele Luttazzi: abbiamo ascoltato onorevoli e senatori di tutti gli schieramenti. C’è chi non vedeva l’ora di risponderci per dirsi felice del ritorno di Luttazzi in Rai e dichiararsi alfiere della libertà di espressione e di satira, e chi ha accolto con molto fastidio la domanda sull’Editto Bulgaro considerandola una forzatura giornalistica. E poi c’è chi non crede troppo all’annuncio del ritorno di Luttazzi e pensa che presto o tardi qualcuno riuscirà a bloccare l’operazione.

Tra gli altri abbiamo ascoltato Francesco Paolo Sisto, Francesco Cannizzaro e Fabrizio Cicchitto di Forza Italia, Francesco Boccia ed Ettore Rosato del Partito Democratico, Pierluigi Bersani e Stefano Fassina di Liberi e Uguali, Claudio Borghi della Lega e Renzo Tondo del Gruppo Misto.

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