Bertinotti: “Da Ratzinger sulla pedofilia parole ingiustificabili”

Benedetto XVI in un recente intervento sul settimanale tedesco Klerusblatt ha rintracciato le origini della pedofilia nel clero nella cosiddetta rivoluzione del 1968. Le sue parole hanno generato grandi polemiche specie fra chi ha vissuto quel momento di grande trasformazione culturale e di costume. Fausto Bertinotti sulla questione è netto: “Non si può capire dove il Papa emerito abbia trovato una qualche giustificazione alla pedofilia, anche perché non si può far risalire il fenomeno nel clero a quella data, ci sono episodi di molto precedenti. Un intellettuale come Ratzinger non può sostenere una tesi del genere”.

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Quello della pedofilia nel clero è uno dei temi su cui l’elezione al soglio pontificio di Bergoglio ha generato grandissima aspettativa; la battaglia di Papa Francesco, anche se contrassegnata da diverse battute d’arresto, ha vissuto momenti importanti come le pubbliche scuse del pontefice nei confronti delle vittime di abusi. “Un’altra chiesa poteva, colpevolmente, permettersi una discrasia fra quanto predicato e quanto fatto” spiega Bertinotti “ma la Chiesa in cammino con gli ultimi non se lo può permettere. La ricongiunzione fra quanto fatto e quanto detto è essenziale e per questo Bergoglio è obbligato a ingaggiare questa battaglia con grande forza. Dall’esito di questo scontro dipende se la Chiesa uscirà rafforzata o indebolita”.

L’ex segretario del partito della Rifondazione comunista chiude l’intervista spiegando la sua concezione di fede: “Credo che la parola fede vada declinata al plurale. Esistono anche fedi laiche, una di queste è il sol dell’avvenire, la fede nel comunismo e in un’umanità libera da ciò che Giovanni XXIII chiamava il più grande peccato, ovvero lo sfruttamento dell’uomo su uomo. Questa è la mia fede”.

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