25 aprile 2039

È il 25 aprile 2039. Finalmente l’Italia è liberata, ancora una volta, dall’oppressore. Vauro non sta nella pelle, si unisce alla folla che si riversa festante nelle piazze.

“Sfilano i partigiani, cavolo ma quanti sono? Fino ad ieri non sembrava ce ne fossero così tanti. Bah, forse mi sbaglio. E quello? Sì, quello lì che già che c’è ne approfitta per vendere bibite al popolo assetato di vendetta…ma non era il socio del dittatore? Bah, forse mi sbaglio… però gli somiglia”.

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Vauro continua a esultare per la nuova liberazione, per un’Italia che ancora una volta è riuscita a liberarsi dall’oppressore, a 94 anni di distanza dal 25 aprile 1945. Ma, all’improvviso, lo assale un altro dubbio, e poi ancora un altro:

“E quell’altro là che già che c’è ne approfitta per vendere pop-corn al popolo affamato di giustizia…non è quello che gli spianò la strada? Bah , forse mi sbaglio…però gli somiglia. E quelli che già che ci sono ne approfittano per vendere lecca-lecca al popolo goloso di libera informazione…non erano i lecca-lecca del dittatore? Bah, forse mi sbaglio…però gli somigliano. Ma ora basta!”

La voglia di festeggiare prende il sopravvento. È il giorno della festa e niente di ciò che è stato può rovinarla. O forse no? A un certo punto, al culmine dell’estasi, la piazza è scossa da un grido:

PRIMA GLI ITALIANI! Ma non era lo slogan che fino a ieri sbraitavano gli italiani acclamando il dittatore? Bah, forse mi sbaglio…però gli somiglia. Già , il dittatore…dove sarà finito il dittatore? A Piazza Venezia non si è più visto, a piazza del Viminale non si è mai visto.. Quasi, quasi chiedo a quel barbuto paffutello la’ in prima fila in divisa da partigiano. È il più scalmanato, forse ne sa qualcosa…ma…ma…ha dei grumi di Nutella nella barba“.

Come andrà a finire?

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