«Solo Papa Francesco può risolvere la crisi del Venezuela»

Mario Giro, già viceministro degli esterni del governo Gentiloni, dice la sua su Caracas: "È un conflitto della disuguaglianza"

«In Venezuela c’è stato un tentativo da parte dell’opposizione di spaccare l’esercito. Trump li sostiene, ma la soluzione deve venire dall’interno»: Mario Giro, già viceministro degli Esteri del governo Gentiloni, parla con Servizio Pubblico della crisi di Caracas e indica una soluzione per risolverla.

«Secondo me è un conflitto della disuguaglianza: il Venezuela importa il 98% di quello che consuma e non ha mai sviluppato una vera industria. Per questo è il paese più diseguale dell’America Latina, da molto prima che arrivasse Chàvez. Il Chavismo è nato proprio come reazione a questa disuguaglianza, ma invece di distruggerla l’hanno rovesciata attraverso la politica dei sussidi», spiega Giro, che poi osserva come il Chavismo non sia riuscito a cambiare i fondamenti del modello di sviluppo venezuelano e in più ha messo in crisi la classe media. «Questo naturalmente ha creato delle reazioni, infatti le poche menti lucide del Venezuela non si schierano e cercano solo di capire come uscirne».

E il governo italiano? «La mia impressione è che non sappiano bene di cosa parlano, né la Lega né il M5S. I grillini si erano avvicinati al chavismo come modello, ma bisogna ammettere che ha fallito perché non ha equilibrato il paese. Eppure oggi i sostenitori di Maduro rappresentano il 40% del corpo elettorale, mentre l’opposizione è divisa: Guaidò e Leopoldo Lopez sono del partito di destra. E’ una situazione composita, se ne esce solo sedendosi attorno a un tavolo. Chi può farlo? La Chiesa cattolica. Ma non quella locale, quella di Roma. C’è stato un primo tentativo che però è andato male perché non tutta l’opposizione si presentò al tavolo perdendo un’occasione d’oro. Oggi con la garanzia di Papa Francesco si può trovare un percorso di pace».

Leggi anche: Primo maggio, Landini: “Voglio un sindacato nuovo e unitario. I sovranisti sono contro i lavoratori”