La storia della più grande figuraccia mai fatta da un sovranista

Heinz-Christian Strache, alleato di Salvini, aveva la più alta carica carica istituzionale del FPOE in Austria. Ma ha dovuto lasciare ogni incarico e correre a nascondersi quando è stato beccato a Ibiza mentre offriva contratti alla sedicente nipotina di un oligarca russo. Che in realtà era un'attrice

Nella storia della resistibile ascesa del sovranismo al comando dell’Europa un posto d’onore dovremo riservarlo ad Heinz-Christian Strache. Ovvero al nazionalista alle vongole che voleva vendere il suo paese, l’Austria, alla Russia.

Strache, ormai ex vicecancelliere di Kurtz, rappresentava la più alta carica istituzionale del FPOE, partito di estrema destra alleato con Salvini. Ma ha dovuto lasciare ogni incarico e correre a nascondersi quando è stato beccato a Ibiza mentre offriva contratti governativi in cambio di sostegno politico alla sedicente nipotina di un oligarca russo, Aljona Makarowa, che si offriva di investire circa 250 milioni di euro per acquisire quote della stampa austriaca, in particolare del quotidiano “Kronen Zeitung”, con soldi in nero di provenienza ignota.

In realtà era tutta una balla, la nipotina era un’adescatrice e Strache ci è cascato con tutte le scarpe: una telecamera nascosta lo ha registrato mentre consigliava all’avvenente biondina di comprare un giornale austriaco a lui ostile e di farlo diventare l’organo ufficiale del suo partito. In cambio le prometteva di regalarle tutti i contratti dell’impresa di costruzioni Strabag, il cui proprietario è nemico del FPOE.

Il video è stato registrato nel luglio 2017 ma soltanto venerdì scorso è finito sullo Spiegel e sulla Suddeutsche Zeitung, appena in tempo per scatenare la crisi di governo a Vienna alla vigilia delle elezioni europee. Ma mentre la storia del nazionalista che vende il suo paese allo straniero rimbomba in tutta Europa una domanda si aggira come uno spettro per tutto il Vecchio Continente: chi ha incastrato il sovranista?

Gli autori del video hanno agito in modo estremamente professionale, orchestrando ogni dettaglio della trappola. Hanno affittato una villa extra-lusso, ingaggiato un’attraente donna russa per adescare il politico, installato telecamere nascoste e microfoni per documentare l’incontro ed infine hanno pagato il viaggio del leader della Fpoe e del suo braccio destro. Alla fine di tutta l’operazione il filmato – lungo complessivamente 7 ore – è stato chiuso nel cassetto in attesa del momento più propizio per renderlo pubblico.

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Ma qualche traccia in giro l’hanno lasciata. Jan Bohmermann, geniale autore satirico già protagonista del #Varoufake, nell’aprile scorso mentre riceveva un premio a Vienna aveva detto di non poter essere lì perché era «stracolmo di cocaina e di alcol e insieme ad alcuni esponenti della Fpoe e di un’oligarca russa per discutere l’acquisto della Kronen Zeitung». Ovvero aveva anticipato i contenuti del video pubblicato un mese dopo dai media tedeschi.

Bohmermann però ha negato di essere l’autore della trappola. E allora gli sguardi si sono puntati su un gruppo a lui vicino, il cosiddetto Zentrum für Politische Schönheit, che in italiano vuol dire “Centro per la bellezza nella politica”. Si tratta di un collettivo di artisti situazionisti che fa parlare di sé per gesti del genere: nel dicembre del 2017 ha costruito una replica in miniatura del Memoriale dell’Olocausto di Berlino in un giardino vicino all’abitazione del leader del partito di estrema destra tedesco Alternative fuer Deutschland (AfD). Prima ancora aveva lanciato la campagna “I morti stanno arrivando” per riesumare e portare in Germania i corpi dei rifugiati e dei migranti morti alle frontiere dell’Unione Europea.

Loro definiscono l’ azione come “Umanesimo aggressivo” e l’unica “prova” a loro carico è la nascita di un account Twitter che parlava della vicenda pochi minuti prima della pubblicazione degli articoli sulla storia. Il primo follower di quell’account è stato proprio l’account Twitter del Zentrum für Politische Schönheit.

Loro per adesso non confermano e non smentiscono. Dicono che parleranno solo dopo le dimissioni del ministro dell’Interno austriaco. E chissà se si prenderanno il merito di aver inventato la trollata che ha dimostrato a tutti che il sovranista perfetto è pronto a vendersi al miglior offerente, non importa se straniero. Intanto in Austria il Re è nudo. E anche molto, molto, molto stupido.

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