Andrea Camilleri è morto: l’intervista a Servizio Pubblico sull’Italia e Salvini

Per celebrarlo e commemorarlo pubblichiamo l'intervista rilasciata dallo scrittore a Servizio Pubblico in occasione del 25 aprile scorso

Andrea Camilleri è morto oggi all’ospedale Santo Spirito. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio. Per celebrarlo e commemorarlo ri-pubblichiamo l’intervista rilasciata dallo scrittore a Giuseppe Rolli di Servizio Pubblico in occasione dei festeggiamenti del 25 aprile scorso. Un brano dell’intervista:

“Io ho conosciuto il fascismo fino a 18 anni e oggi sono preoccupato perché sento spesso in televisione eminenti giornalisti o pseudostorici che dicono: ‘state abusando della parola fascismo perché oggi non c’è una dittatura’. Ma il fascismo, che in Italia si è manifestato sotto forma di una dittatura, è un virus mutante. Può anche non essere una dittatura, ma essere una mentalità. Non posso trattenermi dal dire che con il governo di oggi abbiamo un esempio lampante di mentalità fascista, quella del ministro Matteo Salvini. Quella è mentalità fascista, una delle forme di fascismo che può anche essere eletta democraticamente.

Oggi molti italiani rimpiangono il fascismo e si sono dimenticati in virtù della loro scarsa memoria che già prima del 1938 (data in cui vennero promulgate le leggi razziali, ndr) c’erano stati il bavaglio alla stampa, la censura sui libri da leggere, l’impossibilità di esprimere un parare personale, l’identificazione totale col capo, l’assassinio Matteotti, la morte di Gramsci, gli esili a Ventotene, gli arresti. L’italiano, e lo dico per i miei fratelli, ha memoria solo per due cose: Sanremo e la formazione di calcio della Juventus del 1930. Per il resto ha una labilità di memoria che fa spavento”.

Scrittore ma anche sceneggiatore, regista, drammaturgo e docente, Andrea Camilleri è stato un protagonista a tutto tondo della scena culturale di fine ‘900 e dei primi decenni del 2000. Malgrado la forte connotazione siciliana, le sue opere hanno valicato i confini nazionali e hanno venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo con traduzioni in 120 lingue. Nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, Camilleri è stato una figura di grande rilievo nella letteratura italiana del 20^ secolo e di questo inizio del 21^, un autore tradotto in almeno 30 lingue e che ha venduto oltre di 30 milioni di copie di libri. Da quando è stato colpito da cecità a novant’anni, Camilleri ha scritto i propri libri dettandoli alla sua assistente Valentina Alfieri, “l’unica che sa scrivere nella lingua di Montalbano, anche se è abruzzese”. Dopo una parentesi di vita in un collegio vescovile, dal quale venne espulso per aver lanciato uova contro un crocifisso, Camilleri cominciò a studiare al liceo classico per poi iscriversi nel 1944 alla facolta’ di Lettere e Filosofia di Palermo, senza pero’ conseguire la laurea. Nel 1949 venne ammesso all’Accademia di Arte drammatica ‘Silvio d’Amico’ e qui pose le basi per la sua carriera da regista e autore, sia per la televisione (famosi i polizieschi come Il Tenente Sheridan e il Commissario Maigret) che per il teatro (fu il primo a portare in Italia Samuel Beckett). Sposato dal 1957 con Rosetta Dello Siesto, ha avuto tre figlie: Andreina, Elisabetta e Mariolina.

I suoi più grandi successi di pubblico di questi anni sono legati senza alcun dubbio alla figura del Commissario Montalbano, da cui nasce la serie di romanzi e racconti composta a oggi da una quarantina di titoli. E dal 1999 la sua trasposizione televisiva realizzata dalla Rai con l’attore Luca Zingaretti, ex allievo di Camilleri all’Accademia d’arte drammatica, ha contribuito ad accrescere ancor di più il successo dello scrittore. Sembrerebbe che nel 2006 lo scrittore abbia consegnato all’editore Sellerio l’ultimo libro che conclude la storia di Montalbano, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte.

Leggi anche: Camilleri: “Il 25 aprile una rissa? Salvini è un ignorante con mentalità fascista. Montalbano si dimetterebbe”