Centurion Global Fund: come la Chiesa specula con l’Obolo di San Pietro

Per raccontare questa storia bisogna fare un salto fino a Malta. È qui che ha sede un fondo di investimenti internazionali i cui capitali arrivano per due terzi dalla Santa Sede. Ed è a La Valletta che approdano, seguendo chissà quali tortuosi percorsi, le offerte che ogni anno arrivano dai fedeli dell'Obolo di San Pietro

Uno potrebbe anche pensare che sia un modo per togliere ai poveri e dare ai ricchi, ma la storia del fondo con sede a Malta in cui approdano le offerte dell’Obolo di San Pietro non dovete prenderla così. Anzi, forse c’è un buon motivo se Papa Francesco è diventato un Robin Hood all’incontrario. Non lo sapete che il denaro è lo sterco del demonio ma serve ad arare i campi del Signore?

Per raccontare questa storia bisogna fare un salto fino a Malta. È qui che ha sede il Centurion Global Fund, fondo di investimenti internazionali i cui capitali arrivano per due terzi dalla Santa Sede. Ed è a La Valletta che approdano, seguendo chissà quali tortuosi percorsi, le offerte che ogni anno arrivano dai fedeli dell’Obolo di San Pietro.

Come hanno raccontato Mario Gerevini e Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera, al numero 259 di St Paul Street a La Valletta, a pochi metri dalla Pizzeria Vecchia Taranto, c’è la sede del fondo gestito da un italiano residente in Svizzera, Enrico Crasso. Ex banchiere del Credit Suisse, Crasso per anni ha gestito la cassaforte del Vaticano e per questo ha ricevuto numerose lettere formali di ringraziamento dalla Segreteria di Stato, l’onorificenza della medaglia d’oro del Pontificato e milioni di euro di commissioni. Ma Crasso ha anche investito i soldini del Vaticano in modo abbastanza curioso: ad esempio è diventato il secondo socio dell’azienda di Lapo Elkann, Italia Independent, pagando le azioni 2 euro e 35 centesimi mentre il titolo in Borsa vale 1,7: per ora è un affare in perdita anche se magari l’incredibile talento finora inespresso – se non nella cronaca nera – del rampollo degli Agnelli potrebbe riservare belle sorprese alle casse della Santa Sede.

Poi ci sono i denari dati a Enrico Preziosi per le quote di una società che controlla l’11,7% della Giochi Preziosi. Secondo l’accordo il patron del Genoa deve restituirli entro marzo 2020 grazie al collocamento in Borsa. Che però non è ancora avvenuto. E se salta dove finisce l’obolo di San Pietro? Infine ci sono i soldi sul cinema. Quattro milioni del fondo sono serviti a finanziare la produzione di film come l’ultimo «Men in Black» e “Rocketman”, la biografia di Elton John. Ovvero l’artista che ha polemizzato spesso con la chiesa cattolica su matrimoni ed adozioni dei gay… E contro il quale i vescovi hanno persino scatenato tentativi di boicottaggio. E adesso l’Obolo di San Pietro finisce a finanziare la sua autobiografia. Riuscite a immaginarvi Bergoglio, Elton John e Lapo Elkann seduti allo stesso tavolo?

Insomma, a prima vista sembrerebbe proprio che Papa Francesco stia levando ai poveri per dare ai ricchi. Ma non è così, perché non avete considerato che i soldi vengono investiti per essere moltiplicati, esattamente come faceva Gesù con i pani e i pesci. Se l’operazione riesce, quindi, ai poveri potremo forse dare tre volte tanto. Se non riesce, invece, beh, poveri erano prima e poveri rimarrebbero. Ma visto che è loro il Regno dei Cieli, possono anche lasciare ai ricchi questa valle di lacrime.

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