I Verdi altoatesini diffidano Pace Terra Dignità : la risposta della lista

Preg.mo Avv. von Wohlgemuth,
mi è stato conferito mandato dal Sig. Michele Santoro al fine di riscontrale la Sua diffida del 25 marzo u.s. nella quale per conto del Partito Verdi del Sudtirolo/Alto Adige – Grüne Südtirols – Verdi-Grüne Verc, diffidava lo stesso e il partito della Rifondazione Comunista, quali promotori della raccolta firme per consentire alla lista denominata “PACE TERRA DIGNITA” di presentarsi alle elezioni europee del 2024, di utilizzare il simbolo da essi realizzato e, a dire della sua assistita, in palese violazione dell’art. 14 D.P.R 30/03/1957, n. 361.
Orbene, con la presente si contesta fermamente la violazione delle disposizioni in tema di deposito e ammissione dei contrassegni di cui all’art. 14 D.P.R 30/03/1957, n. 361 e successive modifiche.
Invero, il simbolo scelto dalla Lista “Pace Terra e Dignità” è assolutamente diverso e distinto da quello dei suoi assistiti e non vi è alcun rischio di confondibilità tra i due.
Nel caso di specie sussistono all’evidenza delle apprezzabili differenze tra i due simboli sia per quanto riguarda la rappresentazione grafica, che le indicazioni ivi riportate, tali da escludere qualsivoglia rischio di confondibilità dei simboli.
Il simbolo dei suoi assistiti è rappresentato da una colomba della pace bianca (peraltro molto simile alla nota colomba di Picasso) su fondo verde contornata dalla scritta “VERDI GRÜNE VËRC” con un fiore (o sole) di color giallo posto in alto con la scritta “European Greens” mentre il simbolo di della lista “Pace Terra e Dignità” è rappresentato da un “Cerchio di colore rosso tizianesco, recante al suo interno: – al centro, bozzetto di colomba di color bianco che porta sul becco ramo d’ulivo di color verde. – in basso, scritta di color bianco “PACE TERRA DIGNITÀ” in carattere stampatello maiuscolo.”

L’unico elemento che, in qualche modo, possa definirsi “simile” è la rappresentazione di una colomba (della quale evidentemente la sua assistita non può pretendere l’esclusività) ma – a ben vedere – si tratta di una rappresentazione grafica della stessa assolutamente diversa per foggia e tratti.
In un caso abbiamo una rappresentazione realistica della colomba (simile, come detto, alla “colomba della pace” di Picasso) nell’altro una colomba stilizzata o meglio “sagomata” con un rametto di ulivo nel becco.
Totalmente differenti gli altri elementi distintivi e descrittivi dei due simboli che già per questo li rende assolutamente non confondibili.
Infatti, l’eventualità del pericolo di confusione tra due simboli deve essere esclusa laddove gli elementi di differenziazione presenti risultino prevalenti sugli elementi che accumunano i due contrassegni (cfr. Cons. Stato, Sez. V, Sentenza, 15/05/2015, n. 2487).
Inoltre, come è noto, le disposizioni che regolano la delicata questione della confondibilità dei contrassegni di lista presentati devono essere interpretate alla luce del più elevato livello di maturità e di conoscenze acquisite dall’elettorato rispetto al substrato socio-politico apprezzato dal legislatore all’atto dell’emanazione della menzionata disciplina, dovendo perciò farsi riferimento alla normale diligenza dell’odierno elettore medio, fornito di un bagaglio di conoscenze e di una capacità di discernimento superiori a quelle di un tempo (cfr. Cons. Stato, Sez. V, Sentenza, 29/04/2011, n. 2551).
Sotto diverso e ulteriore profilo si evidenzia altresì che la lista del partito da lei rappresentato non si presenterà alle prossime elezione europee con il simbolo di cui si discute, facendo venire meno anche tale circostanza qualsiasi rischio della asserita confusione di confondibilità tra i due simboli.
Che l’elettore medio, dotato certamente di un più elevato livello di maturità e di conoscenze, possa confondere i due simboli risulta, quindi, veramente difficile.
Il mio assistito si rammarica, peraltro, della circostanza che tale diffida provenga da un’area politica che dovrebbe essere vicina ai valori e al pensiero della Lista “Pace Terra e Dignità” che, invece, di collaborare con partiti o liste vicine ne contrasta – con richieste illegittime – l’attività politica.
In conclusione e alla luce di quanto esposto la invito a far desistere la sua assistita dal porre in essere condotte che possano pregiudicare il percorso politico della lista “Pace Terra e Dignità”.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e Le porgo i miei migliori saluti.

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Questa la diffida inviata dai Verdi:

Egregi Signori,
Vi scrivo la presente in nome e per conto del Partito Verdi del Sudtirolo/Alto Adige – Grüne
Südtirols – Verdi-Grüne Verc, in persona della co-portavoce Elide Mussner e il legale rappresentante e
co-portavoce Luca Bertolini, che mi hanno incaricato a tutelare i loro interessi nella questione de quo.
Nel merito, mi viene portato a conoscenza che è in atto una raccolta firma per consentire alla lista
denominata “PACE TERRA DIGNITA” di presentarsi alle elezioni europee del 2024. Come promotori
della raccolta firme sui moduli risulta il Partito della Rifondazione Comunista nonché, in varie
manifestazione pubbliche, il Sig. Michele Santoro.

Il contrassegno per questo neopartito sui moduli utilizzati per la raccolta firme viene descritto come
segue: “Contrassegno: “PACE TERRA DIGNITA’ Cerchio di colore rosso tizianesco, recante al suo
interno: – al centro, bozzetto di colomba di color bianco che porta sul becco ramo d’ulivo di color verde. –
in basso, scritta di color bianco “PACE TERRA DIGNITA’ in carattere stampatello maiuscolo.”
In questo contesto, Vi segnalo che il Partito Verdi del Sudtirolo/Alto Adige – Grüne Südtirols – Verdi-
Grüne-Verc, già dal 2014, a seguito della Deliberazione 17 ottobre 2014, n. 07/IR della “Commissione di
Garanzia degli Statuti e per la Trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici” risulta iscritta nel
registro dei partiti politici riconosciuti ai sensi del decreto-legge 149/2013, convertito, con modificazioni,
dalla legge 13/2014.
L’art. 2 dello statuto del partito, depositato al momento della predetta iscrizione, descrive il simbolo
dallo stesso utilizzato come segue: “I Verdi del Sudtirolo/Alto Adige si presentano alle elezioni con il
seguente simbolo: una colomba della pace bianca su fondo verde contornata dalla scritta “VERDI
GRÜNE VËRC“. Detto simbolo è allegato in forma grafica al presente Statuto. In casi particolari i Verdi
nelle forme previste dai successivi commi, si riservano la facoltà di modificare e/o integrare il simbolo
suddetto o di combinarlo ad altri simboli.”
Da un confronto tra il simbolo storico dei Verdi-Grüne-Verc e il simbolo da Voi utilizzato per la lista
“PACE TERRA DIGNITA” si evince che ictu oculi che quest’ultimo viola palesemente le disposizioni
dell’art. 14 D.P.R 30/03/1957, n.361 il quale al terzo e quarto comma specifica che: “Non è ammessa la
presentazione di contrassegni [,sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si
riferiscano a liste,] identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti
simboli elementi e diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti.
Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di confondibilità, congiuntamente od
isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i
singoli dati grafici, le espressioni letterali, nonché le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione
degli orientamenti o finalità politiche connesse al partito o alla forza politica di riferimento anche se in
diversa composizione o rappresentazione grafica.”
Tanto premesso, con la presente Vi invito a non utilizzare il contrassegno da Voi fino ad ora
utilizzato – né per raccolte di firme, né per una successiva partecipazione a elezioni a qualsiasi livello – in
quanto evidentemente confondibile con il simbolo storicamente utilizzato da i Verdi-Grüne-Verc in
precedenti elezioni.
Impregiudicata ogni altra ed ulteriore azione, il partito Verdi-Grüne-Verc si riserva di proporre
formale opposizione a ogni deposito presso il Ministero dell’interno di un simbolo graficamente
confondibile con quello dal partito fino ad ora utilizzato.