Il Time lo aveva azzardato nel 2009: Matteo Renzi potrebbe essere l’Obama italiano. Da allora sono passati 5 anni e il ragazzo che era sindaco di Firenze è diventato Presidente del Consiglio italiano a 39 anni. Non sappiamo se diventerà l’Obama italiano ma di certo domani Renzi incontrerà a Roma il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l’uomo più potente del mondo. Gli era capitato solo un’altra volta, nel 2010, di incontrare Barack Obama e in quell’occasione Renzi gli regalò una spilla d’oro che raffigurava il giglio di Firenze ed una magnum di vino rosso toscano.
Domani, ovviamente, sarà un’altra storia: c’è la fiducia che in Italia sta timidamente risalendo (anche in Usa per Obama è successo lo stesso nei mesi scorsi), c’è speranza e c’è voglia di ottimismo. Ma basterà questo ottimismo a cambiare tutte le cose che non vanno? La ricchezza concentrata in poche mani che sono sempre meno? La disoccupazione che in Italia ha prodotto dieci milioni di senza lavoro, con forti sperequazioni sociali? L’indebolimento del ceto medio? C’è poi la questione degli F-35: li compriamo? Non li compriamo? A cosa servono?
Il premier Matteo Renzi, nei giorni scorsi, parlando della visita di Obama in Italia ha detto: “A Barack Obama dirò che sono orgoglioso e fiero dei progressi dell’Italia” e “gli chiederò anche dei consigli, perché in America le aziende sono tornate a investire e la disoccupazione a scendere”.
“Adesso spera!”, è questo il titolo della puntata di Servizio Pubblico di giovedì 27 marzo 2014. Tra gli ospiti Gino Strada, il leader della Fiom Maurizio Landini, il giornalista Federico Rampini, in Italia per seguire il viaggio del Presidente Usa, e Mario Mauro, ex ministro della Difesa del Governo Letta e presidente dei Popolari per l’Italia.