Dopo il tracollo economico vissuto nel 2008, l’Islanda si è resa protagonista di una rivolta silenziosa: la sua risposta alla crisi finanziaria è diventata un modello virtuale per il resto del mondo, il modello islandese. Uno dei rivoluzionari provvedimenti adottati è stato quello di ritenere responsabili del tracollo i leader politici. L’ex primo ministro, Geir H. Haarde, è diventato il primo leader europeo a essere portato in tribunale per il crollo delle banche.
Cos’è il modello islandese e perché funziona
In seguito gli islandesi hanno fatto pressione sul loro presidente, Olafur Ragnar Grímsson, perchè indicesse un referendum: il Paese deve pagare i debiti delle banche a Regno Unito e Paesi Bassi? A questo referendum la nazione ha votato ‘no’ e il caso viene ora dibattuto in un tribunale europeo. Con un altro provvedimento senza precedenti il paese ha eletto democraticamente 25 cittadini incaricati di redigere una nuova costituzione. Un gruppo di consumatori ha denunciato le banche del Paese per aver concesso prestiti illegali e ha vinto la causa. È stato istituito un tribunale speciale con 60 inquirenti per valutare le responsabilità di oltre 300 banchieri nella crisi che ha portato al collasso delle banche. In Islanda è giunta l’ora del riscatto.