“La televisione generalista ha sempre avuto accanto una tv che faceva da contraltare. Questa era la sua forza”. E Servizio Pubblico dove si è inserito? Ce lo spiega il direttore di Rai 4, Carlo Freccero, ospite di Servizio Pubblico di Michele Santoro.
Televisione di Freccero
Sul tema Freccero scriverà poi un saggio, chiamato appunto Televisione. Così recensito da Panorama:
Freccero, oggi direttore di Rai 4, rete leader dei canali del digitale terrestre, è stato il guru della tv commerciale in Italia negli anni 80 e a lui si deve anche la versione “rivoluzionaria” di Raidue (quella con Fazio, Luttazzi, Santoro, Chiambretti e i fratelli Guzzanti). Assieme ad Angelo Guglielmi, è uno dei pochi uomini della tv ad essere riuscito a contaminare critica e prodotto, conciliando l’Auditel con un progetto culturale. Per questo, Televisione non è solo un saggio documentato e brillante sul senso della tv e sul suo futuro, ma ha il valore di una biografia intellettuale. Non a caso si tratta del primo libro effettivo di Freccero di cui si contano molte interviste, ma pochssimi interventi scritti, tra articoli e qualche prefazione importante (celebre quella a La società dello spettacolo di Guy Debord, ndr).
Televisione racconta la storia sociale della tv proprio nel momento in cui il mezzo sta mutando nella forma e nella sostanza (basti pensare alla moltiplicazione dei canali digitali e alla smart tv). E’ un bliancio importante, perché ci mostra i tratti di continuità tra la tv del passato e quella del futuro e ci spiega perché il piccolo schermo non è affatto destinato a perdere centralità nel nostro immaginario, come predicano gli apocalittici della rete. Se amate le tesi suggestive, apprezzerete il confronto tra testi degli antichi filosofi e serial tv americani, come strumento di interpretazione e conoscenza del reale. E converrete con l’autore quando scrive che ancora oggi “la tv generalista rappresenta la società, il suo inconscio, i suoi tic o le sue tendenze”.