“Servizio Pubblico è l’unica forma civile di fare televisione. Una televisione fatta con la volontà di chi la guarda. Senza nessuna imposizione, senza nessun deficiente che fa palinsesti sbagliati”. In collegamento da Milano, Vittorio Sgarbi analizza il concetto di arte in relazione al concetto di televisione ed afferma che il mondo antico della tv ha perso il rapporto con i cittadini…
Vittorio Sgarbi sulla televisione
“Ammetto che per un periodo ho ritenuto Blob di Ghezzi, quella sua dinamica jazzistica, una forma d’arte. Ma che la televisione possa aspirare a una dimensione artistica è tema diverso da quello che invece deve essere come servizio pubblico. Il calo della tv generalista va di pari passo al calo dei partiti, è come se lo share e il consenso politico corrispondessero insieme a una disaffezione dei cittadini rispetto alla democrazia. Più è ampia la platea di chi decide tanto più c’è democrazia. Per questo ammiro il tuo risultato” spiega Sgarbi rivolgendosi direttamente a Santoro. “Il mondo antico della televisione ha perso il suo rapporto con la realtà dei cittadini. E’ un dato inquietante che varrà anche alle elezioni. Occorre una profonda rivoluzione. Le nomine Rai sono scandalose: sono fantasmi, non persone vere” chiosa il critico d’arte.