Il ministro Clini sull’Ilva risponde a Cataldo, lavoratore dell’azienda. I soldi pubblici sono stati destinati al territorio tarantino e il ministero dell’ambiente sta cercando di risollevare la situazione.
Clini su Taranto: il confronto tra ministro e operaio
L’operaio attacca: “Signor Ministro, quando l’ho sentita dire che fino ad adesso ha lavorato per Taranto mi sono venuti i brividi. Quando è venuto da noi ha detto che il problema era il cibo, devastando così un altro settore, quello agroalimentare. Oggi ci dice che è colpa dell’amianto. Non riesce proprio a dire che è colpa dell’Ilva e della diossina. Non riesce a dire che lo studio Sentieri afferma che più ci si avvicina all’Ilva e più si muore. Perché non lo dice questo?”. Il ministro replica: “Sono stato l’unico a mettere soldi pubblici sul risanamento del quartiere Tamburi”.
Clini sull’Ilva: l’intervista
“Se la magistratura ritiene che questa Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) non garantisca la protezione dell’ambiente e della salute, aspetto che mi indaghino. Non abbiamo aperto nessun conflitto con i giudici: in questo momento siamo oggetto di un’azione che sta interrompendo un procedimento previsto dalla legge” – spiegava il ministro dell’Ambiente in un’intervista a Sandro Ruotolo – “Perché non lavoriamo insieme per fare in modo che l’impresa sia davvero costretta a intervenire?” si chiede Clini in merito all’autorizzazione rilasciata dal Governo che dovrebbe consentire all’impianto dell’Ilva di Taranto di produrre. L’azienda intanto fa sapere che le dovrà essere consentito di utilizzare tutte le aree, anche quelle attualmente sequestrate dalla magistratura.