Ricchezza è nobiltà: la copertina di Servizio Pubblico

ricchezza è nobiltà
ricchezza è nobiltà

Ricchezza è nobiltà. “Nel mio libro c’è un messaggio di speranza. L’Italia è un Paese ricco, sono i governi ad essere poveri”. Thomas Piketty, autore de “Il Capitale nel XXI secolo” punta il dito contro la disuguaglianza. “C’è una concentrazione di ricchezza mai vista prima, con le rendite che crescono molto più velocemente dei redditi da lavoro. E così la ricchezza si concentra nelle mani di pochi”. Gli effetti? Basta fare un giro per Savile Row a Londra, la strada del lusso, della moda, della finanza. O nella cosiddetta Billionaire’s Road, il viale dei miliardari, dove ha casa, fra gli altri, il sultano dei Brunei.

Ricchezza è nobiltà

“Mi godo la vita” racconta un operatore della finanza di 22 anni che guadagna un milione di sterline l’anno. “Cosa sono i poveri? Non lo so”. Qualcuno si vergogna ad ammettere che lavora in finanza: “Se hai 20-30 milioni di sterline l’anno ne hai abbastanza. C’è gente che non conosce limite e vuole fottere gli altri”. “Mi dicevo: lo faccio solo per qualche anno” racconta un finanziere pentito. “Nella mia banca d’investimento c’è gente che ha preso 23 milioni di bonus. La cosa che piace di più a chi lavora nel nostro settore? Quando due società si uniscono e viene licenziata la gente. Così riducono i costi”.