I lupi solitari dell’Isis e il rapimento di Ismail

lupi solitari dell'Isis
lupi solitari dell'Isis

I lupi solitari dell’Isis e il rapimento di Ismail. Perché così tanti occidentali decidono di arruolarsi nell’Isis? Sono persone che spesso si trovano ai margini della società e che riscattano la loro condizione aderendo a un ideale: sconfiggere l’Occidente, gli infedeli. Fra loro c’è Ismar Mesinovic, l’imbianchino bosniaco di Longarone (Belluno), partito per la Siria per combattere con lo Stato Islamico. Con sé ha portato il figlio Ismail di 3 anni, e dal dicembre scorso la madre Lidia Solano Herrera, ha perso le sue tracce. Solo un indizio, flebile: una foto che lo ritrae fra le braccia di un miliziano jihadista. Da qui inizia il suo viaggio con Pablo Trincia.

L’appello dei lupi solitari dell’Isis

Pubblicato nel novembre scorso sui canali jihadisti. “Ci avete oppresso. Avete combattuto la nostra religione e insultato il nostro profeta. E oggi noi disconosciamo voi e i vostri passaporti. E se verrete qui vi combatteremo. Allah è il più grande”.

“Questo è un messaggio per voi fratelli francesi dello jihad, avete ordine di combattere i miscredenti. Operate in Francia, terrorizzateli, non permettete loro di dormire. Ci sono armi e auto a disposizione, avvelenate acqua e cibo dei nemici di Allah. Pentitevi di fronte al vostro signore e unitevi a noi. Verrà un giorno in cui le frontiere saranno chiuse e voi resterete soli con le vostre lacrime e i vostri rimpianti”.